337 ri e il Fiorio con la valente sua orchestra sono senza controversia le tre principali colonne su cui si regge e tira innanzi questa non potentissima regina ; della quale per altro a sua scusa dee dirsi, che fu data per ripiego, come lasciano un po’ travedere anche le decorazioni e le vesti. Ma se quivi si andò non dico già dal bene al meglio, ma al men male per quel verso, le cose peggiorarono o piuttosto conservarono lo stesso tenore in s. Luca. Si pensò di trar fuori il Matrimonio segreto del Cimarosa, quel Matrimonio reso da noi già si celebre dalla Strinasacclii, da Brocchi, e Rafanelli. Povero Cimarosa ! Povere le nostre orecchie ! Non ne dirò di più. per com-passion di noi stessi ; ed anche un poco del buffo comico Defranco, che veramente meritava sorte meno nemica, e solo era degno di rappresentar la sua parte. Basta si andò in iscena domenica sera con la Cenerentola, e due nuovi cantanti: la Richelmi ed il Toni basso cantante. E qui accadde nuova sciagura. La Richelmi è veramente travagliata da grave malattia, e s’ella condiscese a montare la scena in tal dì il fe solamente per non accrescer la somma del dolore all’impresario (signor Riesch), che solo e pensoso va già misurando da lunghe sere il vasto deserto del suo teatro. Ella potè adunque far udire appena un buon metodo di canto, bella