264 ESULI ERZEGOVESI chè, se realmente la posizione della donna nel Mon- tenegro lascia ancora molto a desiderare, è però vero altresì che essa è circondata dalla conside- razione generale. L’insultare o il fare uno sgarbo qualsiasi ad una donna, è considerato come la più volgare delle bassezze; perciò si soleva dire una volta, che il miglior modo di viaggiare nel Montenegro, senza pericolo di molestia, sia quello di scegliersi come guida una donna. Gli emigrati erzegovesi, sfuggiti, come dissi, alle persecuzioni, e seguiti dalle loro donne, sono numerosi nei paesi di confine e specialmente a Nikscish. Essi ricordano a noi gli esuli lombardi nel Piemonte, prima del 1848 e del 1859. A sen- tirli discorrere del loro paese mi sembrava di sen- tir ripetere per filo e per segno tutto quanto il compianto padre mio mi raccontava, quando io era fanciullo, su ciò che nella sua giovinezza aveva veduto a Milano. A Cettigne l’uomo più autorevole fra gli emigrati erzegovesi è il farmacista Drec. Vi fu un momento nel quale il Montenegro dovette fare di necessità virtù e cedere dinanzi alle pretese dell’Austria, che volle l’allontanamento del pro- fugo dal Principato, quantunque non avesse as- segnato, come ha fatto per altri, una taglia di qualche centinaio di fiorini sul suo capo. Ma ora egli è tornato, e non dissimula affatto le sue opi-