120 IL MONDO DIPLOMATICO consecutivi ha canzonato spietatamente la forma del mio gibus che gli aveva offerto, e che sdegno- samente rifiutò vedendo le risate che suscitò fra i suoi compagni provandoselo. Che la forma ne fosse un po’ antiquata non nego, ma infine non ne aveva altri, ed era già molto che avesse trovato chi glielo aveva offerto. Ma, ahimè, la gratitudine non è di questo mondo. Questo affare del ricevimento dei touristes serbi non era come si vede una cosa grave, ma bastò per fare andare su tutte le furie — più o meno dissimulate — la legazione austriaca. Il cu- rioso è, che con tutta questa tensione di rapporti nelle relazioni ufficiali la corte di Vienna è invece prodiga di cortesie e d’attenzioni verso la famiglia del principe Regnante. La corte di Vienna è censée di non saper niente di tutto questo; cosicché ac- cade che talvolta, per l’appunto mentre si svolge uno di questi incidenti, l’imperatore mandi in regalo al Principe, come il mese scorso, un bel paio di superbi cavalli, o che, avuto sentore che qualcuno della famiglia si assenti dal Montenegro, si affretti a mandare a Cattaro, a disposizione sua o dei suoi il suo yackt. Delle potenze minori la sola Grecia è rap- presentata da un incaricato d’affari nella persona del signor Logothetis, che fu un tempo prefetto