36 veri, e oscuri, soleano festeggiare con un religioso convito, che chiamavano agape (convito dell’amore) la vigilia del santo Natale. Abbandonavano in tal giorno i santi i loro ritiri, lasciava la sua rupe il buon eremita, ed il pio villanelle permezzo ai ghiacci e alle navi della stagione, come gli antichi pastori di Betleem, disertava la sua capanna, e si conduceva per lungo cammino alla città: ivi convenivano tutti , e quivi nel vestibolo dei rustici e poveri tempii si met-teano le tavole: il pesce della vicina corrente , l’erba de’loro orticelli, e le frutta riposte all’autunno facevano l’imbandigione del sacro banchetto che si terminava in cantici al Signore, ed i Fedeli si baciavano insieme, in segno di letizia e d’amore, escludendo ogni distinzione di sesso e d’ età la interezza di que’ santi costumi. Ma come crebbe il lor numero, quando 1’ oro ed i vizii seguaci s’introdussero per mezzo a'Cristia-ni e venne manco il primiero candore, la licenza c la dissolutezza tenne dietro a questa pia i-stituzione , ed i papi la dovettero condannare; quindi le agapi cessarono d’essere una pubblica festa, per farne luogo ad una privata, e la vigilia di Natale divenne la festa delle famiglie. E di vero in commemorazione quasi di quell’antico costume continuarono queste ad invitarsi scambievolmente, e le cene di tale giornata ci por-