•IH santo, delle solennità della festa di s. Marco, delle allegrezze del nostro buon popolo per la vittoria alle Curzolari, della festa del Redentore, quindi quella affettuosa digressione, nella congiura di Marin Falier, sui nostri compari, cose tutte toccanti e piene di grazia. Egli non par più di leggere; il tuo cuore commosso ti trasporta a quei tempi felici, c tu ti avvisi d’assistere ad u-na di quelle domestiche scene tanto soavi, dove un padre assiso al suo foco, circondato da’suoi fìglioletti, narra de’ tempi passati alla sbigottita sua famigliuola, le storie della sua gioventù, le meraviglie eh’ ei vide, i fatti dei quali fu parte. A. mio parere non andrebbe lunge dal vero chi paragonasse le Feste della Michiel a’ canti del lJardo. E di vero se diverso è il mezzo adoperato dall’una e dall’altro, eglino hanno un medesimo fine, il loro cuore, la loro patria: ambedue si confortano del piangere c delle memorie sulle tombe degli avi. Ma ciò che più di tutto appalesa quanto industrioso sia in lei l’amore de’suoi, della sua patria, del veneto nome, ella è quella solenne reticenza là nellaFesta perla difesa diScutari, con la quale il nome nasconde di quel generale sciaurato, che inandato per la Repubblica al soccorso di quell’assediata città, per viltà d’animo sosta in mezzo al mare con la sua flotta e lascia