Hi nostro cielo, brillano un istante e trapassano, per non ritornare forse mai più. La eleganza e la varietà delle fogge, mentre onoravano assai il buon gusto e il sapere delle nostre sarte e delle nostre modiste, contribuivano in pari tempo a render più vaga quella scena maestosa ed ac-cresceanopiacerene’riguardanti ; giacehèse gran parte della gente cammina per esser veduta , e far di sè vaga mostra, altri v’ha pure che gode di vedere e notare. Taluno, che non è mai contento di nulla, giacché molti hanno a questo mondo (pur troppo!) che non mirano nelle cose, se non per vederne il lato più brutto, ho udito più volte accusare i nostri passeggi di uniformità, di monotonia, e quindi, per necessaria conseguenza, di noia. Certamente quel- li di terraferma possono essere più fragorosi e diversi e rendere un’immagine più pomposa e più splendida; quelle carrozze che senza posa vanno e ritornano, que’ bardati corsieri, quella svariata magnificenza d’arnesi e d’ assise; quel lusso di alteri cacciatori, tutti pieni di sè, e gravi d’oro e di fregi, nelle fogge dei quali si mette tanta ambizione in alcune città ; tutte queste sono certo di belle, di rare cose a vedersi; ma quei globi, anzi nembi di polvere, che mentre v’impediscono il respiro vi rubano per giunta il vedere, e terminano con distendersi sui pauni soavemciite2