119 I piito a’ di nostri il destino di questa bella parte del mondo: una formidabile rivoluzione è avvenuta nel mondo letterario siccome nel politico. Alcuni sovrani intelletti fidati e sccuri nelle proprie lor forze, impazienti di freno per l’interno convincimento del proprio valore, hanno osato di abbandonare le vie segnate prima di loro, e si sono scostati qual più qual meno da quegli esemplari, sull’orme dei quali tanti grandi uomini per tante generazioni avean pur camminato. Ella è una verità ornai resa troppo comune, che le regole ed i precetti in nessun'arte non furono già a caso trovati, ma eh’essi naturalmente s’offersero alla niente dei filosofi, la mercè della lunga meditazione sulle opere dei primi grandi maestri, i quali dotati dalla natura d’uno squisito senso del bello, lo hanno in quelle raggiunto; che però le regole, ed i precetti, sono fondati sulle leggi immutabili ed eterne dii Bollo. Egli fu di necessità dunque, che i novatori dilungandosi dalle tracce segnate dessero in mali passi, e rompessero in ¡stranezze, in capricci, in frenesie. Se non che le cospicue bellezze, che s’ ammiran per mezzo all’opere loro, la vastità dell’ingegno, che da quelle sfavilla, hanno avuto potere di far chiuder gli occhi sugli errori del loro giudizio, ed eglino andarono rocritamente lodati. Tanlo è bastato perchè al-.