9° XVII. Camìovale—Feste — Società' Apollinea (*). Il regno del carnovale fu corlo, ma non fu meno felice. Le belle giornate, che ne accom-pagnaron la line, la clemenza della stagione, la fortunata riuscita della Vestale, chiamarono a queste rive gran numero di forestieri, e diedero un insolito moto all'universal buon umore. Chi intervenne il giovedì grasso, l’ultima domenica, lunedì, martedì sulla Riva; chi prende diletto a notar coi gombiti tra la folla, e corre dietro al rumore, ben ebbe in que' giorni di che rallegrarsene il core. La Piazza, la Piiva brulicavan di gente, e chi forse in tutto l’anno non vede lo splendido sol di que’ luoghi, abbandonate aneli’ essi le lor solitudini portavano quivi attorno i sembianti: le maschere, e fra queste in ¡specie quegli allegroni, i quali alla lor volta con una ricamata sopravveste di seta ed un’ampia parrucca, che sono in singoiar contrasto col borsellino e il sott’ abito del personaggio, vanno attorno dando del pnver uomo ad ognuno e dispensando altrui protezione; i saltimbanchi, i giocolieri dall’ alto dei posticci lor rostri, con quelle (*) '¿3 febbraio 1828.