273 ia confronto, Modena al certo fu quello; del quale io non so, chi avesse potuto superarlo nei quattro primi atti. Non c’è mestier lusinga, Modena è un grande attore, un attore, che ha pochi rivali, e la sua eccellenza è tale, che si può più presto sentir, che non dire. Egli è un grande speculatore della natura, ed ai più fini accorgimenti dell’arte sua egli unisce tanta sagacia e tanta filosofia, che noi non abbiamo mai veduto imitator più perfetto. Senza far torto a persona, ei bisogna pur confessarlo, il più de’ nostri moderni attori sono condotti in gravissimo errore: essi vogliono piuttosto sorprendere, che toccare e commuovere gli spettatori : essi seminano più vaghi dei plausi delle mani e dei piedi dell’imperita moltitudine, che non di que’mu-ti e più lusinghieri applausi delle culte e gentili persone, i quali muovono dalla costante attenzione, dal silenzio, e dalla generale commozione degli affetti; ed egli è appunto per questa smania di sorprendere, che si fece una scuola, per cui noi vediamo, generalmente parlando, che la mimica, che Cicerone appella la eloquenza del corpo, in altro ai nostri giorni non è riposta, se non se in una fredda, studiata declamazione, per cui un attore si crede di tenere già il campò, '|uando ha ben saputo rompere gli uditi ora gridando gridando, ora parlando a mezza voce co-