2o8 signore di sè ed una negra tristezza gli piomba sul cuore. Ei passeggia con orrore per quelle tristi solitudini e appena appena v’ incontra quattro o cinque persone eh’ altro non fanno clic trar pianti e lamenti, nè d' altro non gli discorrono che di morte, di veleni e di tombe. In un paese ov’è cos'i scarsa la popolazione, certo non recherà maraviglia, se gli uomini sono talora costretti di parlar con sè stessi : presso di noi questo invero sarebbe un costume di pazzi ; ma ciò 11011 è die troppo comune e naturale per quei paesi, e voi gli udreste sovente far a sè stessi i più lunghi racconti, non altrimenti che se vi fossero spinti dal più indiscreto curioso. Ciò che potrebbe sembrar forse un po’strano si è che favellino ad alta voce con sè medesimi anche alla presenza altrui, senza essere intesi da chi gli ascolta, a tale che non si guarderebbero di dirgli in faccia ciò che potrebbe forse cagionare la propria rovina. Talora invece essi parleranno con quella morta favella, che non è intesa fuori di noi e ch’altro non è che la naturale successione dei pensieri, e già gli astanti loro risponderanno a proposito. Così Elettra, a cagione di esempio, penserebbe che lungi una volta ì-per brev ora Egisto, e che quindi potrebbe libera andare alla tomba paterna; e Oreste, u cui non è già rivolto il discorso e che rimane