55 da fiata; basti eh’ io ne trassi a gran miracolo appena salva la persona. Lo sappiano i miei lettori, cosi non sarà senza frutto il presente cicaleccio. XI. ¡Venezia nei giorni santi. Non sarà certo senza qualche diletto, specialmente per coloro i quali si piacciono di notare i moderni costumi, il rivolgere in questi giorni uno sguardo sulla nostra città, ora che le sacre e lugubri cerimonie dell’augusta memoria che celebra la Chiesa, sembrauo quasi mutarne l’aspetto. Nuove cure, nuovi pensieri, abitudini del tutto diverse alle usate succedono, e tolgono il mondo da quella costante uniformità e somiglianza d’azioni, che lo renderebber men bello. Ecco pertanto i sacri bronzi già tacciono: l’alte torri son mute, nè più il frequente batter dell’ ore ci avverte della loro rapidità, ma il giorno quasi una sola lunga ora lento lento va via. 1 sonatori, le cantatrici, que’cari organetti che corrono lutto il giorno di contrada in contrada a felicitare le genti, lasciano almeno per un istante in riposo gli orecchi tutto 1’ anno straziati ; si può »’espirare dalle loro armonie: