3G7 l’umiltà di nlcuni soggetti forse non pare; pure la sua conversazione era facile e modesta, lontana affatto dalla burbanza e gravità de’ letterati. Si sarebbe anzi detto che il merito suo a tutti palese e già chiaro nel mondo, a lui so- lo fosse rimasto oscuro ed ignoto. Pochi autori ebbero al pari di lui anche il dono d’abbellir recitando, e.i suoi versi sul suo labbro acquistavano un doppio valore, un risalto cosi originale, da non potersi diifmire o conoscere da chi non ebbe la sorte di udirlo. Per una di quelle tante contraddizioni che sì spesso s’incontrano nella storia dello spirito umano, quel Buratti ch’era sì fiero ne’suoi versi nutriva nel seno nobilissima un’anima, capace de’più soavi e teneri sentimenti. Nel grembo della sua famiglia era l’esempio dei mariti e 'lei padri; tal era la tenerezza pei figlioletti, che inconsolabili ei dietro si lascia, ch’egli stesso con pia e paziente opera se n’ era fatto l’i-stitutore e il maestro, fino ad apprender loro la musica, in cui, non ultima delle sue lodi, molto innanzi sapeva, ed avea nome fra’ sonatori del più difficile degl’ istromenti, il violino. Sì tenero era di questa sua patria Venezia, che a-nif) meglio rinunziare a una parte delle paterne ricchezze, piuttosto che seguire altrove la fortuna del padre. Per questa bontà del suo cuo-