ao6 In questa provincia per tanto, gli uomini sono per l’ordinario gravi e sentenziosi, non parlano che di virtù o di valore: si direbbe che fossero eroi di professione. Essi non conoscono, che due sole passioni: l'amore c la gloria. Le necessità della vita, la fame, il freddo, la stanchezza ed il sonno non entrano per nulla nei loro pensieri, siccome punto non gli spaventa la mancanza di numerario e senza quattrini, senz’altra sal-ineria che il loro scudo ed il loro corsiero, viaggiano, guerreggiano, stanziano, e, ch’è più ancora, sono accetti per tutto il mondo. In questo paese non è difficile l’abbattersi in guerrieri che d’un solo fendente taglino in due smisurati giganti, o soli bastino a fugare un esercito intero. Ciò che rende però disgustoso il soggiorno di questi luoghi si è il pericolo che continuamente ci si corre di dare in certi duelli, battaglie, disfide, rassegne di navi, di eserciti, di combattenti, in certe genealogie, che, come ci avete incappato, è un gran fatto che ci possiate uscir fuori. Ogni città però ha certi deliziosi sobborghi, che si dicono episodi!, i quali talora delle città stesse sono più lunghi, dove l’anima si riposa, e dimentica la noia e il male della passata via. Quivi sono per ordinario i castelli incantati, i sogni, le visioni e i prodigi! : quivi è il ridotto di tutti gli amanti, ! quali dopo aver errato per