a4< menti; pensiero felicissimo quant’altri mai, giacche non è sempre necessario che chi legge si formi idee adequate nel capo. 11 fatto è che la fama di Gualtiero Scott empiè di sè tutto il mondo e che da ogni parte sursero gl’imitatori; talché in poco d’ora v’ebbero romanzi storici americani, irlandesi, francesi, svizzeri, slesii e l’Italia potè vantare per mille i suoi Promessi sposi. Il favore, anzi 1’ entusiasmo, con cui si accolse quest'opera dal pubblico, l’ammirazione per essa destata fu tale, che non solo in un baleno se ne moltiplicarono le edizioni a Milano, a Lugano, a Torino, a Firenze, ma se ne fecero traduzioni, se ne tolsero drammi, pitture, intagli in rame, in pietra, e che so io, da sfidarne qual più animoso avesse voluto battere lo stesso cammino. Il professor Rosini con la sua storia della Signora di Monza non solo ebbe questo bell’ardire, ma volle porsi di necessità in sì arrischiato confronto, facendosi il continuator del Manzoni. Quanto saggio sia stato il pensiero, e com’egli ne riuscisse, lo diranno i lettori. Se non che a chi ben mira si parrà di leggeri, che la storia della Signora di Monza non e altro che il pretesto di cui 1’ autore si valse per colorire alcune sue idee, e che il vero intendimento di lui si fu quello di presentarci una storia in azione della cultura di Firenze nel se-V /tpp.. Voi. /. i \