348 d’altra niano, strano ardimento in vero, un’ a-| ria finale, che non dice nulla, e non fa altro «>f-i fetto che stancar la cantante per cui fu scritta. ' Ma la perdita di quel terzetto, che si dice lai gemma forse più bella dello spartito non è sei non se momentanea, ed esso ci venne negato so-1; lamente per lasciar maggior tempo ai cantanti! di apprenderlo ; giacché quest’ opera, per cui | si richiesero due mesi a Parigi fu qui posta in iscena in sole due settimane! Il Conte d' Ory condusse dinanzi al pubblico nella parte del paggio un nuovo personaggio la signora Giuseppina Frohlich, giovine cantante d’ ottime qualità, e la quale sostenne la sua parte non com’tina che si affaccia per la prima volta sul palco, siccome è di lei, ma con la bella franchezza di chi è già fatto forte per grand’uso. L’ahito virile, che polca forse maggiormente impedirla, non fece se non che dare più bel risalto al suo sceneggiare. La sua voce di mezzo soprano non è di tutta la forza possibile, ma cerio agile e intonata assai, nè a lei non manca anima per colorire l’azione ed il canto. Forse la parte presente non è la più acconcia a’suoi mezzi, ed ella quantunque ne ottenesse un bonissi-ino effetto e molti applausi, pure è tale da sperarne ancor di maggiori. La Rubini a cui non manca se non se maggior forza di canto e di a-