366 plausi scoppiarono alla prima e si addoppiarono alla seconda e alla terza rappresentazione. L’ aria è frammezzata da una preghiera della donna (la Carradori), cui fa soavemente preludio una banda musicale fra le scene, e da un coro di dentro. Ognuno di questi varii luoghi, come pure la cabaletta medesima risplende di ogni bellezza di melodia, d’armonia, e del più finito e ingegnoso lavoro degl’ ¡strumenti. Anche il poeta ha qui la sua parte di lode nell’ a-ver trovata quella felice situazione; ma oltre che questa è tutta la poesia del libretto, convien confessare che il maestro ne ha saputo cogliere tutto il possibil profitto. Nel rimanente l’atto Ian-gue e vien meno, e si torna ai difetti del primo. La romanza della Carradori, nou ebbe nessun effetto, ed anzi alla seconda rappresentazione se ne dovettero tagliar fuori le variazioni. E a dir propriamente come stanno le cose, alla parte della Carradori manca una bella cavatina al principio, e un arione alla fine che tenesse il luogo di quella romanza, ch’ivi è fuori di luogo, e che per ciò non potrà mai comparire. Per tal modo la sua parte si ristringe a pochissima cosa, quantunque ella dia il nome allo spartito. 11 Buonfiglì ha sostenuta la sua con molto valore e altrove non piacque mai tanto, quanto qui nella sua aria. Se non che, ben ponderando le