200 interesse personale. Ma non li compresero neppure i padri della sinodo mantovana, trascinati dalla dialettica massenziana, e non seppero trarre adeguato insegnamento dalle parole del presbitero Tiberio, riconoscendo la continuità del titolo aquileiese, prospettata da Massenzio. Egli, naturalmente, non poteva indugiare sopra sottili rilievi, d’altronde doverosi, i quali avrebbero, se non distrutta, certo diminuita l’efficacia della sua tesi. Trascurò di tener conto della diversità dei tempi e dello stato politico, e non s’accorse di seminare abbondanti contraddizioni, non adatte a legittimare la verità dei suoi argomenti. Si poteva negare il trasferimento di sede, mai effettuato; non era lecito però ignorare che, sotto l’aspetto canonico, il titolo dei presunti continuatori della tradizione aquileiese (i vescovi forogiuliesi) non era stato riconosciuto per buon periodo di anni. Era vero che il titolo metropolitano era unico, quello aquileiese ; che la sede doveva essere Aquileia ; che questa città sola godeva il privilegio di metropoli ; ma era vero anche che i due eletti avevano egualmente disertata la sede, mantenendo la dimora l’uno a Grado e l’altro a Cividale, e che contestabile era la legittimità dell’uno e dell’altro, per difetto canonico in ambedue. Non si poteva nè si doveva ignorare il fatto nuovo, che la consuetudine aveva creato, la pratica quotidiana accettato, e l’autorità canonica consacrato, sia pure senza precisarne lo statuto, l’esistenza cioè di due sedi metropolitane, il cui fondamento emergeva non da legittimità dell’atto di fondazione, ma dalla sanzione del tempo e dalla impe-ratività degli eventi. Ancora : Massenzio aveva fatto appello all’ origine apostolica della chiesa aquileiese per opera di S. Marco. Ma era storia recente, di non più di cinquantanni, inventata per suffragare la legittimità del titolo patriarcale, assunto da men che un secolo dal vescovo forogiuliese (1). Egli aveva buon gioco, perchè nessuno la contestava, nemmeno gli avversari, che branco- (1) Per la prima volta era ufficialmente affermata l’apostolicità dell’ori-gine della chiesa aquileiese per opera di S. Marco. La tradizione era recente : era comparsa soltanto nell’ultimo quarto del secolo precedente, e in Gallia, forse per opera di qualche ecclesiastico aquileiese, dove la appresero Paolo Diacono, riproducendola nel De ordine episc. Mettensium (non nell'Hist. Lang.) ; e S. Paolino (M. G. H., Poet. lat. aevi karol., I, 140). Dagli atti di S. Ermagora