380 costituzionale, impegnandosi in accordi segreti a insaputa o forse a contraggenio degli organi politici dello stato, o intiepidire la cordialità dei rapporti con l’impero, declinando 1’ appello (1). I negoziati preparatori dell’ incontro furono lunghi e laboriosi. L’astuto diacono dovette più volte percorrere la strada tra Rialto e Ravenna, ove l’imperatore era sceso (2). Le difficoltà preliminari da superare non erano lievi, e 1’ abbozzo diplomatico dell’insolito colloquio meritava serio accorgimento. Allo scopo di allontanare sospetti e di prevenire inutili orgasmi il duca veneto suggerì un abile espediente, inteso a mantenere il più stretto segreto in merito al convegno e a distrarre l’attenzione di gente loquace irresponsabile. E l’imperatore volentieri aderì. La prossima ricorrenza della solennità pasquale poteva dare fondamento di verità all’ostentato proposito di adempiere un voto di penitenza, in devoto e pio ritiro, nel romitaggio di Pomposa. Altra era la meta. Dalle solitudini pomposiane con piccolo seguito e con la scorta del fido diacono veneziano, di notte tempo, a forza di remi, dopo faticoso viaggio, raggiungeva l’estuario veneto, ad insaputa di tutti, ad eccezione di una sola persona, il duca Orseolo. Il giorno seguente, a notte alta, atteso dal duca, sostava a S. Servolo, e, scambiati tra le penombre di debole luce i convenevoli d’uso, proseguiva per l’estemporaneo domicilio nel monastero di S. Zaccaria (3). Prima dell’aurora e prima che occhi indiscreti violassero il segreto, faceva ingresso in palazzo ducale, ne ammirava le bellezze e prendeva stanza nella torre orientale, sottratto a qualunque curiosità (4). Con racconto ingegnoso, anche se non persuasivo, il discreto cronista si Uberò dall’imbarazzo di un mistero, che non poteva passare inosservato. Le cautele usate per nascondere il soggiorno veneziano della persona imperiale, quasi fosse un fuggitivo alla ricerca di recondito e sicuro nascondiglio, non potevano servire a occultare il brillante seguito di vescovi e di conti. Per distrarre meglio l’attenzione dalla persona del protagonista, questi fecero la loro comparsa in pubblico e con ostentata disinvol- (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 161. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 161. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 161 sg. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 162.