352 La bonomia di governo, congiunta a ferma volontà di restaurazione morale e materiale, non mascherava timida debolezza (1). La religione dello spirito più forte ispirava la retta legge del dovere e l’imperativo senso di responsabilità verso lo stato. Per falso amore di pace, o per eccesso di scrupolo, i superiori interessi della nazione, dinnanzi ai quali ogni valore personale scompariva, non potevano essere sacrificati. La coscienza gli gridava l’obbligo di tutelarli e di difenderli con sentimento di pietà, ma anche di giustizia. Nel pensoso travaglio di quest’anima eletta, ondeggiante tra l’amore divino, che la esalta, e il dovere umano, che la tormenta, si rispecchiava l’intimo contrasto della vita veneziana in preda ad angosciosa crisi. Il ristabilimento della pace e dell’armonia degli spiriti era ostacolato dall’insidiosa avversa propaganda di parenti e seguaci dell’antica famiglia ducale, che l’atroce sventura non aveva fiaccato, dentro e fuori del patrio territorio (2). Non tutti erano disposti a dimenticare la propria disgrazia in cambio di elargizioni più o meno generose, ad appagarsi di risarcimenti materiali e a rilasciarne quietanza (3). Non tutti potevano seguire l’esempio dell’infelice consorte del trucidato duca, Waldrada. Con disdegno, senza rimpianto, essa aveva abbandonato la patria di elezione, nella quale aveva vissuto il momento più tragico della sua vita, decisa a non più ritornarvi. Ma essa era estranea alla spiritualità veneziana. Perduto lo sposo e il figlio, all’isola fatale non era più avvinta da altro legame d’afEetti. Chi invece era nato e cresciuto con l’anima veneziana, non sapeva adattarsi all’esilio o al silenzio. (1) Diede opera tosto alla ricostruzione (che fu piuttosto restauro = recreare-redintegrare, dice Giovanni Diacono) del palazzo e della chiesa di S. Marco (Cfr. Marangoni, L'architetto cit., p. 30) : ma impiegò maggior attività nella restaurazione morale degli spiriti. Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 141 : ceperat namque isdem dux Veneticorum caneas bene et utiliter trattare, censuramque legis in omnibus studiosissime observare et omnium virtutum graiia poliere. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 141 : Vitalis gradensis patriarchi, predicti Petri interfecti filius, quorundam Veneticorum consilio Saxoniam - properavit. (3) Cfr. la quietanza rilasciata da Valdrada ai rappresentanti del duca Orseolo nel placito pavese dell’ottobre 976, in Romanin, Storia cit., I, 252 ; Ficker, Forschungen cit., IV, 18 sgg. n. 29.