III. Dal congedo di Washington, ecc. 57 III. DAL CONGEDO DI WASHINGTON AL MESSAGGIO DI MONROE Dopo la conquista della indipendenza, l’opera più feconda per l’avvenire del suo paese fra quelle promosse da Washington è stata la riforma della Costituzione che, conseguendo il fine della unità nella varietà di vita degli Stati confederati, assicurò a questi per l'avvenire, insieme colla possibilità di particolari ordinamenti e sviluppi, il baluardo della forza ed il prestigio della grandezza. In tale opera di riforma costituzionale fu certo di grande valore la cooperazione di Alessandro Hamilton ; ma il saper distinguere e secondare i collaboratori più competenti e più capaci, è pur fra le doti più caratteristiche dei grandi uomini di Stato. Hamilton fin dal 1783 avea sostenuto la necessità « di un governo che disciplinasse la politica interna dei vari Stati, e di una suprema magistratura federale ». E Washington, nel giugno dello stesso anno, scriveva in una circolare ai Governatori : « È indispensabile per il benessere dei singoli Stati che si costituisca un potere supremo capace di regolare e governare tutto quanto interessi l’intera repubblica confederata ». Allora il progetto, per mancanza di consensi, dovette essere abbandonato. Ma la bontà della causa e l’attività della propaganda mutarono ben presto le tendenze della pubblica opinione; e, quattro anni