246 problema marittimo slavo, entrato in una fase acuta, direttamente o indirettamente aveva offerto argomento a chiarire i rapporti franco-veneti (1) ; nell’altro il problema saraceno siculo-pugliese era motivo a riaprire le conversazioni fra il ducato e il governo orientale (2). Interessi bizantini diretti o indiretti erano assenti nell’Adriatico, nelle lagune e lungo l’altra sponda. L’attenzione del governo orientale pareva distratta anche da questa. Sembrava quasi che di fronte alla pressione slava non gli incombesse alcun dovere di vitale difesa. Il superstite possesso latino in Dalmazia non appariva, abbandonato com’ era a grama vita, nè compromesso nè minacciato dal dilagare degli slavi, e comunque era troppo isolato e lontano dalla sfera d’azione, nella quale era implicata l’immediata e diretta responsabilità orientale. Il dominio marittimo bizantino ormai era arrestato dal formidabile baluardo saraceno, che controllava l’equilibrio mediterraneo, sbarrava il golfo Ionico, spiava su per l’Adriatico. I bizantini erano obbligati a uno stato di difesa nei temi cefalioti e italici di Puglia e Sicilia. Avevano forse rinunciato a ogni diritto, fosse ideale o effettivo, più su nell’Adriatico, nella Venezia o nella Dalmazia ? Alla diretta sovranità sopra la superstite Dalmazia no, certo. Ma non si può asserire che la nuova fisionomia politica, assunta dal ducato veneto, avesse anche distrutto e annullato il platonico legame, che ricordava la comune origine e l’attuale persistenza di remote prospettive, sveglie ancora, nonostante la mutevolezza dei (1) Si cfr. sopratutto il cap. 7 del pactum, nel quale è sancito l’obbligo di praestare solatium - in quo potuerimus - cum navali exercitu conira generatio-nes Sdavorum (M. G. H., Capit., II, 130 ; Documenti cit., I, 103). (2) Delle spedizioni venetiche contro gli Slavi, almeno la prima è anteriore alla rinnovazione lotariana del patto del 23 febbraio 840. La ripresa dei contatti con l’Oriente è per lo meno posteriore al maggio di quell’anno, e forse di mesi. (Cfr. Iohan. Diac. Chronicon cit., p. 113). Sta il fatto che nel diploma lotariano del 23 febbraio Pietro è decorato solo del titolo di gloriosissimo duce Veneticorum (M. G. H., Capit., II, 101 ; Documenti cit., I, 101) : invece in quello del 1 settembre 841 porta i titoli di dux et spatarius Veneticorum (M. G. H., Capit., II, 136 ; Documenti cit., I, 109). La missione bizantina di Teodosio, che recò al duca il titolo, deve dunque esser collocata tra tali termini, e in ogni modo dopo il febbraio 840.