II. a. Washington e gli eroi della rivoluzione 40 eguaglianza nella reciprocità della rappresentanza, ed evitando che si ripetesse il caso dell'invio di John Àdams come rappresentante della Confederazione in Inghilterra, senza che il Governo inglese accreditasse una eguale rappresentanza presso il Governo americano. Nel tempo stesso egli provvedeva ad eliminare definitivamente ogni limitazione alla esclusiva autonomia della politica estera della Confederazione ed ogni pretesa di protezione francese. Dopo la sua assunzione alla Presidenza, egli fu avvicinato dal conte De Moustier, ministro di Francia, « colla richiesta di colloqui personali diretti a trattare oralmente materie di interesse internazionale ». La risposta di Washington fu concepita in termini che, come disse il Fletcher Johnson, segnarono una volta per sempre il carattere e l’indirizzo dei rapporti diplomatici americani. Egli rispose « non essere prudente che un giovane Stato abbandoni quelle forme che si sono sviluppate per effetto della saggezza degli uomini di Stato ed hanno avuto la sanzione del comune consenso di tutti i popoli ; e ritenere perciò che le relazioni esteriori debbano continuare ad essere condotte e gli accordi internazionali preparati dai capi dei competenti dicasteri centrali dello Stato ». Così, nell’eliminare un tentativo particolare di indebita ingerenza, egli fissava definitivamente i principi fondamentali dei rapporti degli Stati Uniti colle Potenze straniere. Nel tempo stesso la sua condotta corrispondeva alla massima già antecedentemente enunciata di tenere gli Stati Uniti « immuni (dis-engaged) dal labirinto delle competizioni politiche e delle guerre europee » ; mantenendo poi nel 1793 la 4. Catkllani, Da Washington a WiUon.