III. Dal cannello di Wanhington, ecc. 50 Con eguale coerenza si continuò la politica coloniale inglese nei riguardi della espansione territoriale nelle regioni vicine all’originario territorio della Repubblica. Washington scriveva a tale proposito : « È stata sempre mia convinzione che nessuno Stato possa ingerirsi nelle faccende interne di un altro ; che ciascuno Stato abbia la facoltà di adottare la forma di governo preferita; e che il nostro paese debba osservare lina rigida neutralità soltanto nei limiti della sua politica e dei suoi interessi ». Guidato da tali criteri direttivi, egli, nel secondo periodo della sua Presidenza, aveva iniziato negoziati a Londra per determinare i confini del territorio della Confederazione verso la Florida, ed i diritti americani circa la navigazione del Mississipi. Nell’ottobre del 1795 l’accordo fu concluso con soddisfazione delle richieste degli Stati Uniti tanto circa la delimitazione della frontiera occidentale della Florida quanto circa la libera navigazione della marina mercantile americana nel Mississipi, usando Nuova Orleans come porto di deposito e di trasbordo dalla navigazione fluviale a quella marittima. Ma, durante tali negoziati si temette che la Gran-bretagna si impossessasse di qualche territorio spa-gnuolo confinante con gli Stati Uniti. Allora il Governo americano dichiarò a quello britannico « che avrebbe considerato con molta inquietudine un mutamento di sovranità in quel territorio». Tale dichiarazione di Jefferson segnò uno dei primi sviluppi della dottrina formulata da Washington e fu, come disse il Fletcher Johnson, « una nuova tappa della politica estera degli Stati T'niti, perchè di