70 Siffatto capovolgimento non si concluse d’improvviso per atto di forza o per mutuo consenso, tacito o aperto. Non mancarono ulteriori dinieghi, non mancarono rifiuti (1) ; ma, o prima o poi, o per scrupolo di coscienza, o per convincimento, o per necessità, o per interesse piegarono e accettarono la professione di fede romana, quanti in terra bizantina non erano al sicuro da possibili angustie. Il ritorno individuale all’obbedienza era premessa necessaria per metter fine allo scisma. Invece apri nuovo scisma nello scisma, riflettendo nella giurisdizione ecclesiastica gli effetti dello smembramento politico e territoriale. Il colpo di scena, che si verificò alla morte del vescovo Severo, non fu sorpresa, nè avvenimento impensato, nè impreveduto. Costituì l’epilogo logico di uno sviluppo ormai maturo, ritardato dall’autorità personale dell’uomo, che l’aureola del martirio aveva reso popolare e ascoltato tra i suffraganei. L’incerto equilibrio non era stato mai spezzato, perchè tra il turbinio di sentimenti diversi, una forza morale più robusta era riuscita ad impedire il compimento del latente divorzio. Tolto di mezzo, colla morte dell’ autore, l’artefice dell’unità, ciascuno poteva seguire la propria simpatia e il proprio interesse, obbedire alla propria coscienza, e rivendicare la propria libertà di azione. Scritture abbastanza tarde danno per successore a Severo un vescovo Marciano (2). Chi egli fosse, che cosa abbia fatto, e sopratutto, che cosa abbia rappresentato, non si sa, e non è detto neppure dagli antichi cronisti, che di lui fanno il nome. Paolo Diacono, che è certo degno di fede, ignorò il nome e 1’ esistenza, e ricollegò invece con schematica precisione, che trova conforto in altre sicure testimonianze, la duplice elezione del metropolita aqui-leiese alla morte di Severo (3). (1) Epist. Oreg., IX, 141, e la lettera del neo-eletto aquileiese al re longobardo, in M. G. H., Epist., Ili, 693 ; Documenti cit., I, 23, 85 sg. (2) Cfr. Cronica de singulis patriarchis novae Aquileiae, ed. Monticolo, Cronache veneziane cit., I, 9 ; Iohan. Diaconi, Chronicon cit., p. 76 sg. ; Oriqo cit., p. 43, 123. Marciano non è registrato nè da Paolo Diacono, nè dall’elenco mantovano. Cfr. Cessi, 1 cataloghi patriarcali nell’ « Hist. Lang. » di Paolo Diacono, in « Memorie storiche forogiuliesi », XXV, 59 segg. ; Paschini, Storia cit., I, 116. (3) Pauli Diaconi, Hist. Lang., IV, 33.