28 una situazione agitatissima e delicata, a occidente, a oriente, a settentrione, sollecitarono i Padovani, addì 15 marzo 421, a costruire, urbem portualem et refiujialem... circa hostia fluvii prediti, ubi dicitur Rivus altus, riunendo le molte isole marine della laguna e genti della terraferma, e battezzata con il nome di Venetiae (1). Tre consoli furono preposti al lavoro, solennemente iniziato addì 25, circa l’ora di mezzodì : i primi furono, Adalberto Falier, Tomaso Candiano, Cono Daulo. Così Giovanni da Nono (2) e meglio Iacopo Dondi (3), al principio del sec. XIV, in un racconto, nel quale l’espressione classica, appresa a contatto del fiorente cenacolo letterario padovano del tempo (4), non salva da grossolani errori di contenenza, ripetuti per secoli (5). Naturalmente lo sviluppo delle vicende successive è conseguente alle premesse : l’invio di artefici e combattenti, 1’ anno dopo, per dare impulso alle opere e per presidiarle ; la rinnovazione biennale dei consoli ; l’invio a Venezia del proconsole Egidio Fontana ; il coordinamento delle consuetudini per opera sua e la loro promulgazione sotto il suo nome nel 427 ; l’incendio del 428 ; il miracoloso salvataggio egidiano con il voto di erigere il tempio di S. Giacomo ; la fabbrica della chiesa nel 429 e la sua consacrazione presenti i vescovi di (1) Non riuscirebbe difficile individuare la genesi di questo racconto, nella combinazione delle fonti precedenti. Qualche reminiscenza è anche in Costantino Porfirogenito, De adm. imp., c. 28. (2) Liber de generatione aliquarum familiarum, cod. c. 39, in Lazzarini, Il preteso documento cit., p. 205. (3) Lazzarini, Il preteso documento cit., p. 105 sg. ; Marzemin, op. cit., p. 343 sg. (4) Cfr. Novati, Nuovi aneddoti sul cenacolo letterario padovano del primissimo trecento, in « Scritti storici in memoria di Giovanni Monticolo », p. 167 sgg. (5) Cfr. Michele Savonarola, Libellus de magnificis omamentis regie civitatis Padue, ed. Seoarizzi, in Muratori, Ber. II. Script., Nuova ediz., Città di Castello, 1902, t. XXIV, parte XV, p. 57. Circa le copie del falso decreto, divulgato a Padova nel sec. XV, e la trascrizione diplomatica di Gian Domenico Spazzarmi nei registri ufficiali della cancelleria padovana cfr. Lazzarini, Il preteso documento cit., p. Ili sgg. Il testo è riprodotto in Documenti relativi alla storia di Venezia anteriori al mille, a cura di R. Cessi, Padova, Tip. ed. Gregoriana, 1940, I, 1 sg. Cfr. Brusin, op. cit., p. 991 sgg.