43 tezza l’enfatico discorso, inteso a dimostrare la libertà e l’indipendenza del piccolo ducato da re e imperatori. Con linguaggio calmo e bonario il messo imperiale si industriò di persuadere quelle brave genti del contrario. Come aveva indotto i re Longobardi a pace e amicizia verso l’imperatore costantinopolitano (1), così, allettati da privilegi lusinghieri per un popolo di mercanti (2), anche i Veneti furono convinti a riconoscere la sovranità bizantina (3). Invitarono solleciti il messo imperiale a voler onorare della sua presenza il governo della laguna; lo accolsero con onore e devozione, ascoltarono con deferenza il caloroso appello a sottomettersi all’ autorità dell’impero e le rinnovate promesse ; accordarono al doge e ai tribuni il permesso di accompagnarlo a Costantinopoli per fare atto di omaggio all’imperatore e ricevere dalle sue mani il privilegio di libero esercizio di traffico (4). Così si legge in uno dei frammenti del Chronicon altinate, di composizione intermedia tra il momento iniziale e quello finale di stesura delle scritture (5). L’autore, ispirato dall’ intendimento di dimostrare e di difendere il presupposto dell’ indipendenza originaria della patria, percorrendo una strada seminata di assurdi storici, scivolò a una conclusione opposta. Naturalmente è pressoché superfluo osservare che l’intreccio di questo romanzo è favola, anche se costrutto con disparati lacerti di storia, di epoche diverse e lontane dagli anni, ai quali si vorrebbero far risalire (6). (1) Origo cit., p. 54 sg. (2) Origo cit., p. 74 sgg. (3) Origo cit., p. 77. (4) Origo cit., p. 78 sgg. (5) Cfr. « Bollettino dell’ Istituto Storico Italiano », n. 49, pag. 65 sgg. (6) Il racconto narsetiano-longiniano è contenuto nel frammento Directus a Iustiniano del Chronicon (Origo cit., p. 51-81), ma non fu considerato uno dei brani di più antica composizione fra tutti quelli della raccolta. Il Simons-feld (Venetianische Studien: I. Das Chronicon Altinate, München, 1878, p. 52 sgg. = « Arch. Ven. », XVIII, 273 sgg.) attribuiva sufficente antichità a buona parte dei frammenti, ma non oltre il sec. X ; in parte fu seguito dal Monticolo (« Arch. Veneto », XV, 12 sgg. e I manoscritti cit., p. 219 sgg.) e in un primo tempo dal Cipolla (Ricerche cit., «Arch. Ven.», XXXI, 129, idee modificate poi nel successivo lavoro II Chronicon Altinate ecc. in « N. Arch. Ven. », n. s., XXVI, 275) e con riserve dallo Schmeidler (Zum Chronicon Venetum,