RODI DEI CAVALIERI 7» gran parte per costruire i loro edificii, i san-tuarii, le fortificazioni. Così sull’acropoli di Lindo sorse la ròcca accanto alla cappella del Fileremo; e delle pietre della Rodi classica si formarono le vie della Rodi cavalleresca, che fu sostanzialmente cattolica e latina. Poi pensarono ad assicurare le strade e i porti: (e si riferisce appunto a questo periodo la storia singolare del cavaliere Deodato di Go-zon, che coi suoi buoni cani ammaestrati liberò dal dragone il Mal Passo). Tutte queste cose non si potevano fare senza capitali. Questi furono largamente forniti da Genova e da Firenze, sì che la sistemazione del-l'Ordine a Rodi fu, si può dire, finanziata da queste città. Anzi sappiamo che il debito non ancora pagato, al tempo del gran maestro Folco di Villaret che adoperò per la sua vita di lusso i fondi disponibili, fu una delle ragioni della sua deposizione. Rodi dei Cavalieri acquista con loro e conserva a tutt’oggi quel tipico aspetto di città crociata che ce la rende così singolarmente interessante. In lei sopravvivono i caratteri della città franca di Levante, ond’essa d presenta a tut-t'oggi il più mirabile esempio di rittà signoresca e di arnese di guerra che, non esclusa Malta, il Mediterraneo conosca; offrendod ancora integro il quadro di una vita mista di spiritualità