U duca di Baviera, Alberto V, promotore della restaurazione cattolica. 437 perciò il fiduciario del papa. A Pio V vennero le lagrime agli occhi al sentire come il duca di Baviera si fosse sforzato presso Massimiliano II per la revoca delle concessioni religiose austriache del 1568 ; egli non poteva ringraziare abbastanza il Signore, come informa il cardinale di Augusta, che in tempi così critici vi fosse ancora in Germania un principe cattolico, costante, fermo e intelligente.1 Delfino, il nunzio di Gregorio XIII, assicurava il duca durante l’elezione di Ratisbona del 1575, che il papa aveva su lui, fra tutti i principi di Germania, la sua massima «fiducia e speranza»,2 che egli e tutti i buoni lo dicevano una «colonna della vera fede » ;3 secondo il cardinale Hosio, egli era, fra i principi tedeschi, il giglio fra le spine.4 II papa si rivolgeva ad Alberto ogni qual volta era da sperare che una parola importante del principe avrebbe potuto piegare la bilancia in favore dei cattolici. Si era in Roma in ansietà per l’elezione di un degno successore del defunto cardinale di Augusta ? e Alberto fu richiesto perchè cercasse influire sul capitolo cattedrale, come pure di indurre quello di Eichstätt e di Frisinga5 ad una stessa azione. Si desiderava nell’arciduca Carlo dell’Austria centrale la dovuta risolutezza di fronte ai protestanti, o si stava in ansietà sulla fermezza dell’imperatore nuovamente eletto? per desiderio del papa dovette far sentire la sua esortazione il duca di Baviera.6 Anche alla lontana Svezia, seguendo il desiderio del papa, egli rivolse una lettera nel 1578, per incoraggiare nel suo proposito il re Giovanni III, che voleva ritornare alla Chiesa cattolica.7 Soprattutto però la curia gli metteva a cuore, com’è naturale, di prevenire nella stessa Germania ulteriori danni ai cattolici, o di preparare o stimolare la conversione di principi o di territori già protestanti. 8 Nella fiera lotta per i vescovati del nord della Germania Münster, Halberstadt e Hildesheim, la speranza dei cattolici era sopratutto basata sulla difesa del duca di Baviera. A lui si rivolse 1 Riezler, loe. cit. 588. - Aretin, Bayerns auswärtige Verhältnisse. Documenti 1, 31. 3 Moritz 259, n. 1. Anche Pio V lo trattava come « columen in Germania ■i'ligionls catholicae» (lettera del nunzio di Vienna del 14 luglio 1566, presso Arktin, Maximilian I, 153). Canisio scrive di lui: «Tanto catholicae pietatis tnemlae studio flagras, ut Iosiam aliquem aut Theodosium nobis referre vi-dearis» («De Maria Virgine», Ingolstadii 1577; Epist. nuncup. fol. 5). 4 Aretin, Maximilian I, 165. 5 Breve del 6 aprile 1573, in Theiner I, 101, n. 10. Alberto V la Grtego-ri<> XIII, il 28 maggio 1573, ibid. 6 Aretin loc. cit. 237. Breve del 9 aprile 1575, in Theiner II, 8, n. 16. 7 Riezler IV, 602. 8 Scheixhass (Nuntiaturherichte IV, cxii) giudica: «La curia, si può dirlo ■1 a,!l I i'i 1 hin h 1 ut e, nel campo della riforma in Germania s attendeva da Questo I'rineipe [Alberto V] tutto».