424 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. È per la Chiesa tedesca una minaccia costante, che nell’occupare i canonicati si dia la preferenza alla discendenza nobiliare.1 Poiché i giovani nobili, sanno che appunto la semplice nascita apre loro l’accesso ai canonicati, alle prelature, alle dignità vescovili e arcivescovili, essi non si preoccupano aifatto nè di studio nè di pietà, ma passano il loro tempo nel vino, nella caccia e con donne. Anche i decani, i preposti, gli arcidiaconi danno per la maggior parte l’esempio peggiore. Nella chiesa si vedono raramenti i prelati, quasi mai i canonici; se in una ricorrenza dell’anno ve li alletta una speciale e ricca distribuzione, essi, nel mentre i loro rappresentanti curano trascuratamente l’ufficiatura, fuori de! coro gironzolano chiacchierando.2 Durante l’ufficiatura essi stimano ass» i al disotto della loro dignità cantare anche solo un’antifona o un versetto di un salmo; secondo il loro modo di vedere, ad un nobile si addice meglio di far pompa per le strade in divisa ed armatura militare, spesso con catene d'oro attorno al collo e divertirsi con cani e cavalli. Le rendite delle Chiese più ricche, così dicono essi, secondo la volontà dei fondatori sono per il mantenimento dei nobili, l’ufficiatura per i plebei; donde è venuto il proverbio: «i vicari vanno per i canonici in chiesa, i canonici per i vicari all’inferno ».s I decani, gli arcidiaconi ed altri devon bensì, nel prender possesso del loro beneficio, giurare ch’essi dopo un dato tempo vorranno ricevere gli ordini sacri, ma si sciolgono vicendevolmente da questo giuramento. Così avviene che nelle chiese maggiori molto di rado si trovi un prete fra i canonici, in altre chiese questo esempio viene troppo spesso imitato.4 Del resto i pià dei borghesi possono trovare accoglienza nei capitoli se sono laureati; ma si cerca ogni modo per escluderli del tutto, ciò che in alcune chiese è già avvenuto. Un’eccezione la fa Colonia: ivi il capitolo cattedrale conta ancora otto laureati, tutte distinte persone; essi nel capitolo hanno diritto al voto ugualmente come i nobili, ma non possono conseguire le prelature.5 Oltre i propri canonicati, i canonici nobili s’impadroniscono di tutte le ricche prebende dell’intiera diocesi, cosicché per gli altri preti, possono essi essere anche pii e dotti, non resta libero alcun posto migliore.6 Prima dell’elezione del vescovo i canonici fanno una capitolazione elettorale nella quale cercano difendersi quanto è possibile contro la supremazia del vescovo futuro e diminuire i loro obblighi. Poiché, confessi si esprimono, non vogliono come altri preti volgari far emanare contro di sè visite, miglioramento di costumi e riforme, nè essere inceppati da canoni e regole come monaci, nè diventare Gesuiti. Ciascheduno deve giurare che nel caso di sua elezione a vescovo osserverà la 1 Cfr. Alois Schulte, Der Adel und die deutsche Kirche im Mittelaltn (Kirchenrechtliehe Abhandlungen edite da U. Stutz 03-64), Stuttgart A. L. Veit m-iV Hist. Jahrbuch XXXIII (1912), 323-358, dove a pag. 325s. l'ulteriore letteratura. Esempi sulla rimozione dei borghesi dai capitoli pres^1 Lossen, Kölner Krieg I, 19; Fiedler, Relationen 09: Sugenheim, Bayrisrln Kirchenzustände 96. 2 Schwarz loc. cit. 65. 3 Ibid. 66. * Ibid. 66 s. 5 Ibid. 68 s. 6 Ibid. 65 s.