902 Appendice. mata cosa a nostri tempi molto singolare et che forsi superi di bellezza ogni altro edifìcio anco degli ariti citi ». E continua: «Ampliò et ornò grandemente il palazzo di S. Pietro in Vaticano, et tra le altre cose si fece quell’appartamento clie attacca con la loggia di Leone X, con la loggia chiamata Bologna in cima, che da se solo è un grandissimo palazzo, et finì del tutto la Sala regia col suo stupendo pavimento et incrostatura di varii et finissimi marmi et medesimamente la capella Paulina. Ma quel che supera ogni meraviglia è l'haver finito il corridore che da la banda de le stanze papali passa in Belvedere, che fu opera di grandissima et incomparabil spesa, massime per la gala-ria [sic] che vi si è fatta ornata tutta di stucchi et oro et di varie pitture de la topografìa di tutta Italia, tutta distinta in quadri di provincia in provincia con le misure molto giuste, che è forse la più bella cosa che lioggidì si veda in questo genere ». Galli si muove sul suo campo quando parla delle missioni diplomatiche; solo si potrebbe desiderare, che egli qui fosse stato più completo. .Come la più celebre egli indica la missione di Possevino, sebbene in quella fosse raggiunto lo scopo solo molto incompletamente. In Svezia, dice Galli, che Possevino aveva almeno salvato per la Chiesa il figlio del re. Riguardo ad Iwan IV egli osserva: «Ma come l’intentione del Mosco non era in altro die di liberarsi de le guerre, non si puote fare profitto alcuno circa la religione ». Anche il cattivo esito dell’invio del cardinal-nepote ad Enrico III non viene taciuto. Con risolutezza si rivolge Galli contro l’opinione, che Gregorio XIII abbia concluso una lega segreta con i Guise: «E molto lontano dal vero quel che si presuppone che il Pontefice facesse mai lega secreta con li sri Ghisardi ne con altri in Francia, et la verità è questa che li sri Ghisardi mandorno a Roma secretamente il P. Claudio Matthei Iesuita a far intendere a S. Stà la risolutione che essi havevano fatta di pigliar le armi etiam invito rege, per cacciar di Francia tutti gli lieretici et rimettere in pie’ la purità de la fede cattolica, et che prima che cominciar l’impresa dimandavano l'apostolica benedettione. Il Papa fece consultare da molti tlieologi quel che in tal caso poteva et doveva fare, et col parere di loro rispose a bocca che se li principi de la lega si movevano principalmente per la religione, S. Stà approbava l’intention loro et li benediva, ne altro fu fatto ne detto in questa materia ne posto cosa alcuna in scritto, et fu nei giorni estremi de la vita del Pontefice ». Seguono ora solo notizie sul conclave (v. sopra p. 14) e la constatazione, che il papa tenne sempre seco Galli da lui chiamato come cooperatore, e Contarelli mentre egli cambiava gli altri suoi «ministri». Un supplemento gradito a Musotti, lo forma quindi una minuta descrizione del metodo di vita e del carattere del papa, che è stato usufruito sopra al cap. primo. Come passaggio alle condizioni dello stato della Chiesa serve un capitolo particolare: «Di alcuni diffetti come credulità, troppa misericordia et qualche prodigalità et gladiorum impunitas massime dopo la