Azione di Filippo Neri per la riforma di Roma. 123 per salvare coi suoi sussidi ragazze dal disonore, per aiutare giovani intelligenti nello studio; a molti aprì egli la via del chiostro. Nel 1548 il Neri gettò le basi della prima delle sue grandi istituzioni.1 Assieme al suo confessore Persiano Rosa 2 riunì, ugualmente come un giorno Gaetano di Tiene, quindici semplici persone, in una confraternita della SS. Trinità. Scopo dell’associazione era la cura dei poveri pellegrini a Roma, dei malati in convalescenza che abbisognavano ancora di attenzioni. Regolarmente i soci >ì raccoglievano nella piccola chiesa di S. Salvatore in Campo,3 nel rione della Regola, per ricevere assieme i sacramenti c per vicendevolmente edificarsi per mezzo di semplici discorsi. Sotto la guida di Filippo la confraternita si sviluppò assai presto, partic >-larmente dopoché i pellegrini dell’anno giubilare 1550 ne avevano diffuso dovunque le lodi. Già nel giubileo successivo (1575) sperimentarono la loro pietosa carità più che 200.000 forestieri ; cinquantanni più tardi, intorno a 600.000. Nel 1614 la confraternita, al posto dell’antica chiesa di S. Benedetto in Arenula che le era stata assegnata da Pio IV, potè costruire un nuovo e sontuoso tempio, la SS. Trinità dei Pellegrini.4 Le ricche indulgenze, che le erano state concesse da Pio IV, erano andate perdute con la legge di Pio V ; Gregorio XIII le ristabilì di nuovo.5 Col 1551 incominciò un nuovo periodo nella vita di Filippo. Già egli aveva lavorato 12 anni come il più zelante sacerdote, senza però esser prete. Adesso egli finalmente dietro pressione del suo confessore, si fece conferire gli ordini sacri nella chiesa di S. Tommaso in Parione6 e si unì ad alcuni preti eccellenti, che reggevano la confraternita della carità, fondata da Giulio de’ Medici, più tardi papa Clemente VII, nel 15197 e che conduce- 1 Ibid. 177 ss. 2 Un ritratto coevo di P. Rosa nel periodico San Filippo Neri, Roma 1894, n. 11-12. 3 Ofr. su questa M. Armellini 594 (2“ ed., p. 407). Immagine della chiesa ricostruita nel 1637, in Hkrr loc. cit. 58. 4 Armellini 152 s. Morichini, Istituti eli carità I, Roma 1870. 7. Ofr. Hil-gers 352; Herbert Thttkston, The Holy Year of Jnhüee, London 1900, 262-, 269. Per il giubileo del 1775 i registri della Confraternita di S. Filippo danno 271.970 pellegrini, per l’anno 1825 il numero è di 273,299 (Ilist. Polii. Blätter XI [1943], 737 s.). Sulla confraternita nel secolo xix, ibid. 737-741. 5 Bolla di Pio ,IV, del 29 aprile 1560, Bull. Boni. VII, 23 ss. Revoca di tutte le indulgenze, annesse ad elargizioni di elemosine, ibid. 535 ss. Una nuova conferma della confraternita per opera di Gregorio XIII, il 27 marzo 1576, ibid. VIII, 530 ss. Anche Pio V le concesse privilegi il 21 marzo 1571, ibid. VII, 901 ss. Il suo protettore era allora il cardinale di Augusta ibid. G£r. Ladebchi 1571, n. 173. 6 Vedi presso Forcella VII, 542 l’iscrizione commemorativa ancora conservata ; cfr. L. Dorez, Rabelaesiana, Paris 1905. 37 s. 7 Cfr. il nostro racconto, vol. IV 2, 551; Tacchi-Venturi I, 358. Sulla chiesa di S. Girolamo della Carità restaurata nel 1600 cfr. Armellini 282 s. e