660 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. dell’impero Romano-Tedesco, con essa strettamente congiiuno In corrispondenza alla gravezza del pericolo in Roma si agì con risolutezza, sicuri e svelti. Ciò era tanto più importante, in qutnto-chè il malaticcio imperatore Rodolfo per timore di gravi coni]' zioni, come scriveva l’arciduca Ferdinando, in principio «voleva veder fra le dita, nè mettere il campanello al gatto».2 Dopo la venuta di Madruzzo ai primi di dicembre furono subito presi in difesa una serie di provvedimenti dalla curia Romana. Con quale ampiezza si procedesse, risulta dal fatto che furono jnc^si in moto non meno di cinque inviati pontifici, e non solo l’imperatore e i principi cattolici di Germania, ma anche il re di Spagna fu richiesto di aiuto. Per non lasciare nulla intentato Gregorio XIII diresse a i¡ile-bardo il 17 dicembre ancora un ultimo avvertimento, mite e paterno, con cui gli rammentava i suoi precedenti giuramenti solenni, il s uti mento cattolico dei suoi predecessori ed antenati, particolarmem< del cardinale Ottone di Augusta, e ricordò, anche la benevolenza con cui il papa aveva rimosso gl’impedimenti alla sua conferma. Allo stesso tempo vennero richiesti della loro influenza su Ghebardo, gli arcivescovi di Treviri e di Magonza, il capitolo e il consiglio di Colonia, l’aivMma Ferdinando del Tirolo e il vescovo di Strasburgo.8 L’incarico di portare queste lettere e di commentarle, dietro consiglio della congregazione germanica fu dato al segretario del cardinale Madruzzo, Minuzio Minucci, un giovane veneziano, che era enumerato fra i migliori conoscitori delle questioni di Germania. Fra gl’inearielii di Minucci s’apparteneva anche di prendere sul posto notizie sicur ■ intorno allo stato della questione, e nel caso che Ghebardo non \ abbandonare il suo proposito, informarne Francesco Bonhomini, nunzio alla corte imperiale, perchè questi sotto la compagnia di difesa di un commissario imperiale si recasse a Colonia per farvi il processo all arcivescovo ribelle. Inoltre il Minucci doveva indurre il capitolo dell:1 eat tedrale di Colonia ad un’azione energica ed assicurarlo del forte appoggio del papa.4 Erano stati inviati dei brevi a Bonhomini fìr !•*' 14 decembre con le facoltà necessarie per agire contro Ghebardo. ■ na settimana più tardi il nunzio ricevette un’intiera serie di lettere ponti-flcie sulla questione di Colonia che erano destinate dall’imperatore a.sli 1 Cfr. le caratteristiche espressioni di M. Minueei e di Cesare dell A'v,l:l nelle loro lettere al card. Galli, Nuntiaturberichte I. 375, 4S9f, 490. 2 Cfr. Unkex in Bini. Jahrbuch XII, 513 s. s Cfr. Theiner III. 320s.; Nuntiaturberichte I. 333. n. 1. * Vedi ibid. ini, 332 s. Ancora il 17 dicembre 1582 Gregorio XIII ; scritto al vescovo di Strasburgo : «‘Disseminata iam diu sunt sermone-simi de archiepiscopo Coloniensi. non possumus diutius tacere aut dissimuli u . -rogamus quantum possumus, ut de archiepiscopi ipsius vita et consiliis. tum quidem extrinsecus apparere potest, nos certiores facere velis ». A r c i’ ^ 1 dipartimentale di Strasburgo. A principio del breve sulla ba*> ‘ ' notizie di Madruzzo viene elogiato il vescovo, per il suo contegno alla !ll<