Nuova fondazione del collegio Germanico in Roma. 173 sita romana, specialmente quello del conferimento dei gradi accademici. A suoi protettori furono stabiliti i cardinali Morone, Farnese, Marco Sittich, Galli e Madruzzo.1 Come dimora per il collegio fu preso in affitto il palazzo della Valle; le spese della fondazione, che ascesero a 20.000 ducati, le sostenne il papa, il quale il 28 ottobre visitò personalmente l’istituto. Aveva egli nominato rettore il distinto padre Michele Lau-retano: questi abbozzò il nuovo statuto, prova meravigliosa della sua prudenza, del suo profondo consiglio e della sua illuminata pietà.2 Già nel 1574 eran giunti nel collegio Germanico 94 candidati da quasi tutte le diocesi della Germania. Il papa donò all’istituto, dopo la morte del cardinale di Lorena, il bello ed ampio palazzo cardinalizio di S. Apollinare, presso la chiesa adiacente. Egli fu quasi inesauribile nei suoi favori; particolarmente si dette premura di fondare solidamente l’istituto con ampi possedimenti. Alla concessione della abazia di S. Saba, nel lato sud dell’Aventino, si aggiunsero la donazione della vigna Pariola, l’incorporazione dell’abbazia di S. Croce di Fonte Avellana nell’Umbria, di Lodi vecchio e S. Cristina in quello di Milano. Il collegio ne ricevette una rendita sicura che superava 11.000 scudi, e che ascendeva a più di quanto era stato dichiarato necessario per il mantenimento dei 100 alunni.3 Con pieno diritto quindi Gregorio XIII è celebrato come il secondo fondatore del collegio Germanico.4 Senza aver ottenuto dai principi di Germania null’altro che promesse per l’avvenire, egli da solo aveva intrapreso quest’opera che prosperò ben presto. Già nel secondo anno della ricostituzione del collegio tedesco contava esso 130 alunni. Sotto la direzione del distinto rettore Michele Lauretano, anche internamente prosperò con tale floridezza, che presto venne esso indicato da tutti come il campione dei seminari. Il mantenimento della disciplina, l’istruzione scientifica con le dispute periodiche, come l’educazione religiosa con i suoi esercizi di culto, erano impareggiabili. Anche il canto ecclesiastico fu ivi coltivato con zelo. Il primo maestro di cappella fu 1 Bull. Rom. Vili, 52 s. ; cfr. 56 s., 84 s. 2 Vedi Steinhubeb I2, 102 s., 106. 3 Vedi ibid. 108 s., 112 s., 120 s. Sul palazzo e la chiesa di S. Apollinare v- Lanciami IV, 77 s. L'iscrizione su Gregorio XIII : Collegìi Germanici fmtr dator et parens optimMS in S. Oroce di Fonte Avellana, in Nuovo giornale Arcadico, 3» serie, II, Milano 1890, 48. 4 I. Rabus fa a lui per questo grandi elogi nel suo * Rom Reise 1575, Cod. Germ. 1280, p. 218s. Biblioteca reale in Monaco. Ai nostri giorni fu esposto il busto colossale del papa, il quale ha emanato non meno dii 17 bolle in favore del Germamcum, nel vestibolo della sua nuova sede in via S. Nicoli) Tolentino; esso è opera deUo scultore berlinese Joseph Limburg.