Il nunzio A. Bolognetti. 689 stanze seppe con molta intelligenza usare severità o dolcezza. Allorché al suo primo giungere in Varsavia notò, che ivi veniva portato agli ammalati il S. Viatico senza accompagnamento e che nessuno per le strade s’inginocchiava innanzi al Dio Eucaristico, fece tosto un cambiamento. Per mezzo della regina Anna egli ottenne che sull’esempio di Roma venisse fondata una confraternita del Sacramento, la quale dovesse accompagnare il Santissimo con il baldacchino e con ceri accesi.1 La riforma cattolica, che Bolognetti cercò di promuovere dovunque, egli la predicava con il suo proprio esempio. I digiuni particolarmente austeri in Polonia, in nessun luogo furono osservati così minutamente come in casa del Nunzio. Se Bolognetti si trovava a Varsavia, prendeva parte sempre con tutto il suo seguito, anche nei freddi più intensi alle preghiere delle quarantene, ed ogni domenica o altro giorno festivo alla messa solenne. Severamente esigeva che la gente che stava con lui vivesse esemplarmente; non accettava alcun dono e concedeva tutte le forme di grazie gratuitamente.2. In una relazione non meno attiva di quella coll’alto clero stette il Nunzio con la corte del Re. Se Bàthory era al campo, egli stava con lui in una viva corrispondenza, ma del resto possibilmente cercava di restare al fianco del Monarca.. Poiché questi molto spesso viaggiava, Bolognetti si tenne sempre pronto. Egli non sfuggiva alcuna fatica nel seguire ovunque la corte. Come italiano e fisico molto debole, soffriva egli sensibilmente per il cibo inconsueto, per la meschina dimora in camere strette, caldissime e colme di vapore, e sotto il peso del clima continentale; ma poteva il freddo essere aspro nel lungo inverno, il caldo pressante nei tre mesi di estate, pure egli accompagnava il Re dappertutto per l’intiero regno, da Cracovia sino a Varsavia, da Wilna sino a Lublino.3 Bolognetti attribuiva un valore tanto più grande a restare in intimo contatto col Re, perchè in Polonia di tutti gli ambascia-tori solo il Nunzio aveva il diritto di parlare con il capo del regno senza la presenza di un senatore. Questo vantaggio Bolognetti lo sfruttò largamente ; ovunque erano in questione interessi cattolici, egli personalmente si presentava al monarca come incaricato di questi. Con parole eloquenti egli descriveva la necessità del ripristino delle decime, dell’esclusione di tutti i protestanti della corte, della proibizione del culto protestante nelle città dipendenti dal Re, poiché la nobiltà protestante anche nelle sue proprietà n°n tollerava il culto cattolico. Se Bolognetti in queste questioni 1 Spannocchi, 304 ¡3., 309, 311 s., 327 s. 2 Ibid. 279, 312. 3 Ibid. 329 s. Pastor, storia dei Papi. IX. 44