428 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 9. a Koma solo per ottener la conferma, e poi ricordavansi appena della Sede apostolica; la stessa conferma vien trattata come una pura que-stione di denaro. Quali gravi difficoltà possano togliersi di mezzo con la presenza di nunzi permanenti, cerca illustrarlo un altro parere su la questione allora scottante dei seminari.1 Tutti gli uomini ragionevoli in Germania vedevano in questi istituti il mezzo più efficace per ima riforma; dii per tanto non vuole venire in aiuto della Germania in questo modo, non vuole assolutamente alcun aiuto. Ora i vescovi e i principi i quali a questo riguardo non avevano mosso neppure un dito, meglio che con tutti gli scritti potrebbero venire destati per mezzo della viva parola. Molti d’altronde sarebbero di buona volontà, ma ora gli uni scrivono a Roma in un modo sul progetto dei seminari, altri in un’altro, e con questo la questione viene sempre più imbrogliata, e si trascina per le lunghe; alla fine non se ne fa nulla, o i protestanti arrivavano a conoscere il piano dei cattolici e li prevenivano. Per esempio se veniva presentata la questione se i seminari dovessero essere eretti con i contributi del clero, allora tutti gridavano che a causa dei cattivi tempi essi non avrebbero il sufficiente da vivere, sebbene presso molti fosse pure manifesto il contrario. Se si volevano passare ai seminari i monasteri deserti e le loro rendite, del resto pessimamente usate, allora gridavano di nuovo gli uni che si distruggevano i monasteri, mentre gli altri stimavano che si aspirasse ad avere i beni dei monasteri non per i seminari, ma per vantaggio privato. Difficilmente allora si può decidere in Eoma a chi si debba credere. I fautori della cosa si stancano o muoiono, e gli eretici rubano i monasteri ed educano i loro giovani con il danaro dei Cattolici. Se ci fossero presenti dei nunzi, essi prenderebbero tosto una decisione dietro propria informazione. « In una parola, così chiude lo scrittore, bisogna erigere più seminari, con più celerità, e meglio di adesso, altrimenti tutte le trattative sulla riforma sono vane ed inutili. ■ Inoltre nei progetti di riforma viene raccomandato di aver cura per l’istruzione dei credenti anche a mezzo di scritti adatti, e perciò che si favoriscano anche da Eoma scrittori capaci,3 sottoponendo poi la stampa e la diffusione di scritti eretici a pene severe con l’aiuto dei principi cattolici.4 II progressivo penetrare di protestanti e di gente ambigua nei capitoli cattedrali, potrà venire impedito se nell’avvenire non verrà conferito ad alcuno un canonicato se non abbia giurato la professione di fede Tridentina.5 Per porre un limite alla perdita dei vescovati, conviene cercare d’influire presso l’imperatore perchè egli mai conceda ai prelati eletti l’investitura con i suoi diritti civili, se essi non vogliono 1 Schwarz loc. cit. 43-44. 2 Ibid. 44, cfr. 13-14, 31, 37, 57, 63-64. s Ibid. 39, 60. ISi dovrebbero raccogliere in un luogo scrittori capaci e lasciare che si dedichino alla composizione e diffusione degli scritti (ibid. 49). Altrettanto propone il Oanisio al generale dell’Ordine il 1° settembre 1574. Nadai, Epistolae III, 321. * Schwarz loc. cit. cfr. 35 s. Vedi anche P. M. Baumgabten Jahrbuch XXXI (1910), 88 s. Su simili progetti del 1566 v. O. BraUNSBEBGB* ibid. XXX (1919) 62-72. 5 Schwarz loc. cit. 12, 37.