234 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 5. delle operazioni sembrava imminente, allorché il 14 giugno, del tutto inatteso, don Giovanni rimandò la sua partenza : avendo Colonna e Soranzo domandato una spiegazione di questo contegno, dovette egli infine ammettere che agiva per espresso comando di Filippo II.1 In Roma l’indignazione per tale operato fu eccezionalmente grande. Nessuno della curia dubitava che nel cambiamento improvviso avesse gran parte la gelosia di Filippo II verso Venezia. Gregorio, che il 21 giugno 1572 aveva personalmente preso parte ad una processione di penitenza per la salvezza dai Turchi" e aveva esortato don Giovanni a salpare prontamente,3 apprese con sommo dolore, che agli inizi del suo pontificato il trattato della Lega fosse messo seriamente in pericolo dalla Spagna.4 In una lettera autografa che indirizzò a Filippo II il 30 giugno 1572, egli, nella sua maniera breve e recisa, fece rimostranze molto gravi facendo rilevare che non solo motivi religiosi, ma particolarmente politici, domandavano la revoca del comando nefasto. Nello stesso tempo annunziava il comparire dello speciale inviato, Niccolò Ormameto vescovo di Padova, a scopo di ulteriori dichiarazioni. 5 L’indigrazione del papa aumentò allorché egli conobbe il progetto della Spagna di una intrapresa particolare per la conquista di Algeri. Attorno a Gregorio XIII corse voce che il contegno del re di Spagna avrebbe portato con sé la revoca delle grazie di carattere economico, che a lui erano state concesse da Pio V. In Roma si diffuse visibilmente uno stato d’animo sfavorevole; già si sentiva pubblicamente lamentare che il re di Spagna distruggeva la Lega e violava i propri impegni accettati con giuramento. Il rappresentante di Filippo II in Roma, Giovanni de Zuniga, era in quei giorni in una posizione quanto mai difficile. Di fronte agli attacchi contro la politica del suo re, portava sempre in campo e più di ogni altro un motivo: il contegno minaccioso della Francia e l’appoggio degli Ugonotti agli insorti dell’ Olanda. Anche i Vedi Sereno 271 s. : Guglielmotti. Collimili- 318 s. ; Balan VI, 570 s. : Manfroni, Lena XVI. 379s., 383 s. ; Serrano, Lina I. 207 s. 'A Serrano spetta il merito di aver per primo fatto conoscere nel suo testo il comando di Filippo II (I, 29S ss.). " Vedi la * relazione di B. IMa in data 21 giugno 1572. Archivio Gonzaga in Mantova. 3 * Breve del 21 giugno 1572. Arni. 44. t. 21, n. 97, Archivio segreto pontificio. 1 Vedi Gratianus, De bèllo 261. s Pure la conoscenza di questa lettera la dobbiamo noi a Serrano (Liti» I. «361 ss.). Lo stesso osserva (p. 254) la lettera esser scritta «en termino» tan graves y enérgieos, que qui zìi s non ofrezea otra semejante el epistolario pai'M-cular de Gregorio XIII ».