I nunzi Dandiao e Castelli. 401 aveva voluto andare così avanti ; solo la sua resistenza, giudicava Priuli, impedisce una completa separazione della Francia da Roma, che nell’ attuale Parlamento di Parigi possiede molti fautori.1 Così l’avvenire religioso della Francia alla fine del pontificato di Gregorio XIII non era meno oscuro di quello politico. La sperali: 1 di tempi migliori, come giustamente rilevò Carlo Borromeo con un diplomatico francese,2 si basava tanto prima che poi su un’ulteriore penetrazione della riforma cattolica. Gregorio XIII vi lavorò energicamente, per quanto sfavorevoli fossero le condizioni; il suo merito sta nell’avere preparato la grandiosa rigenera .ione della Chiesa di Francia avvenuta più tardi.3 Vedi Priuli in Axbèri I, 4, 441-442. Minacciarono pure gravi pericoli, in seguito agli sforzi continui di Enrico III di ottenere dal papa il permesso di vendere i beni della Chiesa. Una * relazione cifrata di Roma dell’8 ottobre 1580 comunica in proposito : « Il clero di Francia sta disperato perchè conosce che il Re attende a destruger l'entrate sue senza far acquisto alcuno per la sua corona, onde il card. Ramboglieto ha detto al papa liberamente clif S. Stà non trova modo di consolar quel clero se non diventerà ugonotti' si dichiarerà scismatico». Mss. Edrnond Favre LXII, 111, Biblioteca dell’università di Ginevra. - Vedi Fbémy 320 s. ’fr. Richard loc. cit. 485. Pastoe, Storia dei Papi, IX. 26