Morone alla dieta di Ratisbona, 1576. 581 Dalla parte cattolica il cardinale Morone costituì subito il centro spirituale. Il legato era giunto con gravi preoccupazioni; a causa dell’assenza dei principi egli pensava che sarebbe stato destinato a trattare con i consiglieri; ora la maggior parte di questi non erano immuni dall'eresia. I protestanti secondo la sua opinione erano pieni di liete speranze a causa del bisogno dell'imperatore e della debolezza dei prelati, ,,i quali possiedono tanta unione come una scopa sciolta, e vogliono godere la vita, accada del mondo quello che vuole accadere: Molti di essi non sono neppure fermi nella fede n.1 Il primo compito del Morone fu pertanto accaparrarsi la fiducia dei cattolici e invigorire il loro coraggio. Subito alla prima visita di convenienza dei consiglieri egli seppe, come scrive Delfino,2 incantarli con la sua gentilezza, in ogni modo egli cercò in seguito di essere alla pari con le condizioni della Germania. « Se la mia salute mi permettesse, così scrive egli,3 di prender parte ancora più largamente ai loro pranzi, come ho cominciato a farlo, mi sarebbe più facile di guadagnarmeli; io farò ciò che posso ». Il cardinale fece forte impressione anche per la sua conoscenza delle condizioni della Germania. Come scrivevano i consiglieri di Baviera, egli sapeva parlare delle cause, degl’inizi e del progresso del Luteranesimo, come se egli fosse stato finora « a tutte le diete e a tutti gli avvenimenti».4 I rappresentanti degli Elettori di Treviri e di Magonza, e di parecchi altri vescovi, gli promisero di non voler far nulla in materia religiosa senza che egli lo sapesse.5 Anche presso Massimiliano II Morone era ima persona molto simpatica. Nella prima visita del legato, l’imperatore infermo non potè andargli incontro, però si fece trasportare a lui sin presso alle scale, lo accolse con l’espressione di grande gioia, e porse la mano a tutto il seguito del cardinale. Nel gabinetto imperiale Morone dovette sedersi su di una seggiola che era quasi uguale a quella dell’imperatore, e parlò quindi del suo desiderio, di servire a lui, delle questioni di Polonia e della guerra Turca e della religione con tale destrezza che Massimiliano esternò grande soddisfazione.6 Riguardo alle condizioni religiose l'imperatore osservò, che era appena da dirsi, quanta cattiva volontà avessero i principi protestanti in Germania contro i cattolici. Gran parte della colpa, osservò, naturalmente spetta ai prelati, i quali non pensano più, che il dominio temporale essi avevano ottenuto solo per gli obblighi spirituali, che trascuravano il loro principale dovere, la cura pastorale, e davano al restante del clero pessimi esempi.7 Nell’aceomiatarsi Massimiliano accompagnò di nuovo il legato sino alle scale. Delfino, che era presente all'udienza, scrisse a Roma : « se vi è un uomo il quale sia ca- 1 A Galli il 25 maggio 1576, N untìaturberichte II, 38. 2 II 20 giugno 1576, in Theiner II, 528. 3 II 19 giugno 1576, Nuntìaturberichte II, 56. 4 Moritz 249 n. 5. 5 Nuntiaturberichte II, 56. 11 Theiner loc. cit. iSulle trattative con l'imperatore cfr. Morone a Galli il giugno 1576, Nuntiaturberichte II, 50-56. 7 Ibid. 55.