Opere caritative del papa. 39 a noi raccomandato », così comincia una lettera di Gregorio XIII al doge, cui raccomandava un misero sottratto alla cattività dei turchi e tornato a Venezia, « vuole che noi prendiamo parte alla sorte di ogni cattolico, che sentiamo essere piombato nella sventura ».1 II depositario della Camera apostolica dice che Gregorio sino all’anno 1581, per scopi caritativi, aveva speso più di un milione e mezzo di scudi.2 Non era alcuna esagerazione quando Ora-zio Scozia agli inizi del 1579 giudicava che Gregorio possedeva tutte le qualità di un buon papa e che tutta la sua attenzione era diretta ai doveri del suo alto ufficio; in un lavoro instancabile, sostenuto con la calma e moderatezza del suo carattere, con la sua coltura canonica e la sua domestichezza negli affari della curia, regola e decide facilmente bene e svelto tutte le questioni. Scozia rileva come il naturale del papa, in fondo buono, sapesse con grande facilità apprezzare avvenimenti e persone, il che a lui era facile, conoscendo egli personalmente quasi tutti i componenti la curia.3 Lo stesso rimprovero lo rivestiva con forme riguardose.4 Se ciò nonostante egli appariva severo, questo «l'uro per sustentimento ¿’alcuni catholici Inglesi», Yatic. 6607; ibid. il 18 marzo 1574 un conto di *«100 scudi d’oro al arcivescovo Armachano», Biblioteca Vaticana. 1 * « Lex caritatis quam nobis Dominus tantopere commendavit, facit ut catholicorum ominum vicem doleamus, quos in aliqua calamitate versari Intel-ligimus». Breve al doge' dell’anno 1578. Orig. in Archivio di Stato a Venezia. - * « Et diede tanto che disse Bernardo Olgiato, depositore della Camera Apost. tre anni prima che il Papa morisse che sin’a quell’hora haveva S. Stà sjk'so per elemosine in collegi (cfr. sotto il capitolo III), et maritar zitelle et sovenir poveri massimamente forastieri cacciati dalle case loro da Turchi overo da heretici più d’un milione et 500.000 scudi (su ciò va corretto A. Tbbpolo 265, benché egli si richiami ad Olgiati ; una nuova prova che i Veneziani nelle cifre non sono sempre sicuri) oltre alle pene delli tribunali che solito applicava a diversi usi pii de’ quali il depositario non teneva conto alcuno ». * Note di C. Speciani, Archivio Boncompagni in Roma. Il cardinale Galli dice nelle sue * note che spesso in un anno furono dati per elemosine 100.000 scudi. (Pritjli, p. 306, quindi esagera, quando mette più di 20,000 scudi. Quindi va corretto pure Ranke, Papsle I, 278). Lo stesso comunica un * Avviso di Roma del 1 aprile 1581, Urb. 10Jt9, p. 150 ; ibid. 365 un * Avviso del 30 settembre 1581 : fin dal principio della sua malattia Gregorio XIII dette 40,000 scudi Per «luoghi pii», quindi 2000 per S. Sisto. Biblioteca Vaticana. 3 Vedi in App. n. 24. la * relazione del 1579, Archivio Gonzaga in Manto v a. Sulla conoscenza del diritto canonico, con cui Gregorio XIII spesso meravigliò i cardinali, v. le ‘memorie di Galli in Archivio Boncompagni in Roma. Il card. Medici osserva nei suoi * ricordi su la calma di Gregorio XIII : «Non si vedeva in lui mai alteratione alcuna, tanto nelle cose prospere come nelle avverse », mai si inquietò con i suoi servi : « li teneva in tenore senza male parole». Anche * Speciani dice che non fu mai inquieto. Il suo stesso sdegno durava ben poco (loc. cit.). Ugualmente * relazione di N. da Ponte 13. 4 Vedi la * nota di Speciani, Archivio Boncompagni in Roma.