466 Gregorio XIII. 1572-1585. Capìtolo 9. dei monasteri.1 Di fronte a Ratisbona sull’altra riva del Danubio, trovasi Stadtamliof ; è sottoposta al duca di Baviera, e con i suoi 200 fedeli da comunione, è intieramente cattolica. Delle sei parrocchie di Ita tisbona S. Ulderico nei pressi del duomo nelle feste è sempre eolmo di fedeli. Dal 1570 il vescovo fa celebrare là il servizio divino iutie-ramente nel rito cattolico; la chiesa già prima diroccata è stata riedi-licata con pii contributi e sontuosamente adornata, il che ha riportato alla, fede numerosi protestanti. Mentre prima vi erano solo 6(lil comunicanti, adesso ve ne sono oltre 1500. Solo il contegno del magistrato ostacola il ritorno di molti altri. Delle numerose cappelle la più parte è in possesso dei protestanti, o è adibita a scopi profani. Del resto il territorio della libera città di Eatisbona si estende appena un miglio oltre le mura della città. Per l’attuazione dei decreti di Salisburgo, Ninguarda si adoperò anche in Passau, sia presso il capitolo, come presso il vescovo che aveva imparato a conoscere appunto in Salisburgo. Qualora nelle città che egli toccava durante il suo viaggio si trovavano dei monasteri, il zelante Domenicano si dedicava anche all’altro suo incarico, la riforma degli Ordini dei religiosi. Su la condizione generale dei monasteri Portia si aprì in una sua relazione di poco posteriore3 che principalmente riguarda le condizioni di Augusta, ma può essere estesa incondizionatamente.' La questione degli ordini religiosi, pensa egli, si presenta tanto più intricata e difficile quanto più ci si pensa. I disordini che sarebbero « aumentati senza fine, con il completo decadimento della disciplin ! fin" strale», egli li riassume sotto tre punti di vista. Innanzi tutto a causa dello stato di decadenza dei monasteri gente intelligente e (II ¡nume famiglie non c’entrano più, primo, perchè altrimenti annienterei)! ro in fallibilmente il loro buon nome e nei monasteri indisciplinati nn tei rii bero in manifesto pericolo la salvezza della propria anima; inoltre, perchè anche i protestanti hanno gettato in disprezzo gli Ordini religiosi, al che del resto i religiosi stessi han dato motivo. Avviene così, die comunemente vi entrano solo quelli che non avrebbero altrimenti da vivere, o che non sono buoni a nulla. Quelli che così vi entrano non ricevono alcuna istruzione regolare fu la vita religiosa. Manca un propri" noviziato. I novizi si distinguono dai secolari e dai professi solo ]"r il loro vestiario. Nel generale deperimento della disciplina relipi"^' non potrebbe essere altrimenti, mancando appunto capaci maestri li novizi. 1 Un compagno del card. Morone, 1576, stima quindi troppo basso il 11 mero dei cattolici, di soli 800, ebe del resto potevano vivere indisturbati. 111 tiaturb&richte II, 57, n. 4. 2 SCHELXHASS lOC. Cit. 75. 3 A Galli il 2 ottobre 1574, Nuntiaturberlclite IV, 225 s. ( 4 Per gli ordini mendicanti di Bamberga la conferma N. Elgard, a il 4 ottobre 1575, in Schwakz, Groppe)' 321 s.