Opposizione di Venezia alla visita. 59 Modena e Reggio, Mantova e i monasteri della città di Firenze e dell’isola di Malta. Nel 1576 per Grosseto, Siena, Massa, Pienza, Montalcino, Milano, Tortona, Volterra, e Pavia: nel 1578 per Ferentino, Crema, Piacenza, Dalmazia ed Istria; nel 1580 per Bene-vento, Borgo S. Donnino, e Chioggia; nel 1581, per Bagnara, Alatri, Anagni e per il monastero di S. Francesco della Vigna a Venezia; nel 1582 per Mondovì e Brugnato; nel 1583 per Viterbo, Montepulciano, Borgo S. Sepolcro e Cortona; nel 1584 per Treviso, Feltre, Belluno, Todi, Casale e Sarzana; del 1585 per Noli, nel territorio di Genova.1 Grandi difficoltà la visita le incontrò nella città della laguna. Il Borromeo aveva già da tempo fatto avvertito il papa su la necessità di porre ivi mano alla riforma.2 Gregorio XIII che conosceva la gelosia dei Veneziani verso qualsiasi straniero;ì decise di porre al fianco del nunzio Bolognetti due vescovi veneziani, Agostino Valier di Verona e Federico Cornaro di Padova, che d’altra parte erano accetti alla Signoria. Tosto si sollevò in Venezia una violenta agitazione contro la pretesa del papa, che venne dichiarata nuova ed insolita. Nei monasteri della Repubblica vi doveva porre il piede solo il patriarca di Venezia, il quale d’altronde era in condizione di eseguire ciò che il papa con diritto potesse desiderare. L’unica ragione dell’opposizione dei veneziani 1 In luogo delle osservazioni molto generali presso Maffei II, 141, 349 s., 391, 470s. vedi gli * atti della visita nell’Archi vio segreto pontificio (cfr. App. n. 91-96) e le precise * testimonianze nell’Archi vio dei Brevi in li orna. Inoltre furono nominati in ’aprile 1578 Giovanni Francesco Bonho-mini di Vercelli per le diocesi di Come e Novara ; nell’* ottobre 1578 Castelli di Rimini per Parma, Piacenza, e Borgo S. Donnino ; nel * febbraio 1580 Pietro de 1-linei di Gaeta per Benevento; nel ‘maggio 1581 Francesco Bossi di Novara per Bobbio (un * breve con l’autorizzazione per lui già nel febbraio e giugno 1380) nel * settembre 1582 Leandro Roteili di Sarsina per Pistoia. Arezzo, Cortona, Montepulciano e S. Sepolcro; nell’* aprile 1583 * Vincenzo de Cultellis di Catania per Viterbo e Toscanella ; nell’* agosto 1583 Bossi di Novara per Lodi; nell’* aprile 1584 Roteili di Sarsina per Saluzzo; nel * luglio 1584 Cesare de Nores di Parenzo per Montefeltro (Belluno, Concordia, Treviso; cfr. Maffei II, 391). Su la visita di Bossi in Genova cfr. M. Rosi, La riforma in Alti della Soc. Ligure di Storia, patr. XXIV (1894) 19 ss., 21; su Io stesso Bossi, Mazzuoiieli.i II (1851), 3. Su la visita in Arezzo 158o. v. Mazza-tinti VI, 1S7. Le regioni di confine della Savoia furono visitate dal vescovo de Croce di Martorano, nunzio in Savoia, 1575; v. Maffei I, 182. Gli Acta Visita-tionis eeclesiarum Pedemontii auctoritate GregorU XIII faotae 1581, in Ms. Col bert 2470 della Biblioteca nazionale a Parigi. Su la visita di Vercelli 1585, dietro testimonianza del vicario generale di là, prestarono grandi servizi dei Barnabiti. V. la sua lettera al generale dei Barnabiti nell’Archivio dei J'arnabiti in Roma, M. b. 66. 2 Vedi Sylvain II. 523 s. :1 L’inviato di Venezia, già nel 1575, aveva lavorato, naturalmente invano, contro la visita del Borromeo nell’alta Italia. \ . la relazione di Luigi Rogna, Roma 7 maggio 1575. Archivio Gonzaga in Mantova.