360 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 7. del 24 e 27 agosto1 e quale inviato di Carlo IX, Beauville, il nipote dell’ambasciatore di Francia. Il cardinale Segretario di Stato che egualmente al papa in quell’estate dimorava nel palazzo S. Marco, si recò immediatamente con le notizie di Salviati dal suo Signore. Questi le fece leggere nel concistoro che ebbe luogo alcune ore più tardi. Nella prima lettera datata col 24 agosto Salviati comunica la strage degli Ugonotti avvenuta per comando del re, dei quali erano stati risparmiati Navarra e Condé, e le minaccie dei seguaci di Coligny contro Caterina dopo l’attentato fatto all’ammiraglio. Se quest’ultimo fosse riuscito, opina Salviati, non sarebbero avvenuti tutto una volta fatti così gravi. Tutta la città è in armi, si saccheggiano le case degli Ugonotti, però un editto reale impone ora la calma. Infine osserva il nunzio: «Quando io prima annunziavo in cifre, che l’ardire di Coligny andava troppo avanti, che lo metterebbero bene al posto, era perchè io prevedeva appunto che non si voleva tollerarlo più a lungo. Da questa opinione era io ancor più penetrato, allorché io scriveva che speravo di poter dare presto a Sua Santità una notizia gradita. Purtuttavia io non avrei creduto mai la decima parte di quello, che io adesso vedo coi propri occhi ». Nella seconda relazione del 27 agosto diceva in principio Salviati che egli avrebbe voluto raccomandare la lettera del 24 ad un corriere speciale, che però per desiderio del re l’inviava con la lettera di questi, poiché Sua Maestà ci teneva che per primo portasse al papa la novità l’inviato di Francia. Carlo IX, come Caterina dei Medici, lo avevano incaricato di comunicare come tutto fosse avvenuto nell’interesse della religione, e che con questa mira seguiranno ancora molte altre cose, poiché con lo scorrere del tempo la regina intende non solo revocare l’editto di S. Germano, ma per la via del diritto ripristinare pure nella sua antica osservanza la fede cattolica.2 1 Vedi Tiieiner I, 328 ss., cfr. Martin, Gallicanisme 105. 2 II senso delle ulteriori parole sul colloquio a Blois, che Alberi sfruttò per scartare un testimonio pericoloso della sua connazionale Caterina, Soldan nd-YHist. Taschcnhuch 1584, p. 194 e 235 ss., l’ha giustamente spiegato. Devesi anche a Soldan un giusto apprezzamento del punto nella relazione di Michele (Alberi I, 4, 295) secondo cui Caterina ricordò più tardi a Salviati, che una volta aveva fatto sapere per mezzo suo al papa defunto (Pio IV), che esli « avrebbe dovuto veder presto la sua vendetta e quella del re contro gli notti» il che quindi Salviati per suo espresso desiderio aveva anche confer- mato. Contro il modo con cui Ranke utilizzò questo punto (Piipste II9, 4*4 s-0 osserva Soldan (loc. cit. 196) che esso « non cambia il fatto. Che Caterina abbi'1 accennato al papa ad una vendetta imminente contro i protestanti, non conni nulla finché non si conosce, quando, con quale sicurezza e (in qual1 ampiezza ciò sia accaduto. Cade questa espressione in questione per < nell’utimo tempo della guerra, e nessuno dubiterà, anche senza di quella, dt ■