Visita di Ninguarda ai conventi della Baviera. 469 cessa rio, erano in pessima fama. I tre monasteri aristocratici, nei quali solo la badessa emetteva i voti, erano uno scandalo per tutta la città, particolarmente due di quelli .che come immediatamente sottoposti all'impero non si preoccupavano affatto di alcun vescovo. Pure anche in K.itisbona, lo stato dei monasteri non era del tutto cattivo. Le midi, i Clarisse si conservavano irreprensibili nell’osservanza della clausura e della restante disciplina claustrale;1 altrettanto era delle 18 Domenicane. L’abbate e i 16 Benedettini a S. Enumerano facevano onore ni cattolici con la loro diligenza nell’ufficiatura e con la loro buona condotta.2 Oltre alla città, nella diocesi di Batisbona eranvi altri numerosi monasteri che non volevano saperne del vescovo, che consideravano come unico capo il duca di Baviera, e quindi vivevano in piena indisciplinatezza.3 Straubing e Passau non erano nell’ambito a cui si estendevano le facoltà di sacra visita del Ninguarda. Ciò nonostante egli visitò nella pi ima città i Carmelitani e li ammoni amichevolmente di portare l’abito religioso e di vivere secondo il loro stato. A Passau egli, dietro preghiera del vescovo, fece una visita ai Canonici regolari e alle Benedettili . Presso i canonici egli trovò tutto in ordine;4 esortò le monache di mantenere la clausura e di ascoltare il vescovo; esse promisero ubili'! lenza e lo ringraziarono per l’ammonimento.5 A Passau Ninguarda ricevette da Roma, dai superiori del suo Ordine, come pure da Vienna dal nunzio e dal priore domenicano il più pressante invito di recarsi quanto prima a Vienna e di rimettere ordine nella confusione in cui erano i monasteri di là. Si trattava in prima della questione dei religiosi italiani. Come risulta dall’istruzione di legato inviata a Portia i Dome-J ieani e i Minori Conventuali avevano la consuetudine d’inviare a! di là delle Alpi dei confratelli indegni dei loro monasteri d’Italia. Nella Stiria, nella Carniola e Carinzia, molte case religiose con l uone rendite erano perciò venute nelle mani d’italiani i quali mettevano a dura prova la pazienza dell’arciduca.6 L’imperatore nella sua capitale era tanto meno contento dei I'omenicani, dei Francescani e degli Agostiniani provenienti dall'Italia, perchè essi, così egli diceva, non comprendono la lingua tedesca e dànno scandalo con la loro vita dissoluta.7 Dietro ri- 1 SCHELLHASS I, 71. 2 Jbld. II, 62. Nella sua « Infotrmatio » (Ibid. I, 69) Ninguarda non menziona questo monastero, percliè non era sottoposto alla sua visita. 3 Ibid. I, 72, II, 99 s. 4 Ibid. I, 76. 5 Ibid. 8 Istruzioni a Portia n. 31. Nuntiaiturberichtc III, 26 s. Sciieixhass loc. cit. 107, n. 3. Wiedemann II, 187. 7 Sciieixhass loc. cit. 80 s. Meglio fonda Massimiliano le sue lagnanze in 'hie lettere a Roma del 2 gennaiio e dell’8 marzo 1574, ibid. I, 237 ss., II, 77 ss^ t'cl resto non tutti i religiosi italiani davano scandalo (ibid, II, 82) ; Mnguaida