342 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 6. mano» ed «ha troppo l’odore dell’inquisizione Romana» con il che il geniale uomo di stato naturalmente condannava giusta;,; mte la «domanda sanguinaria» dei processi cattolici da lui stesso inventata. Whitgift si difese e Burghley giudicò prudente di la iarlo fare. Anche la resistenza dei pastori contro l’arcivescovo non ebbe grande importanza; di 800 pastori 50 rifiutarono la loro - ito-scrizione,1 e solo alcuni turbolenti ebbero il carcere.2 Di nuovo nel 1584 i Puritani tentarono di fare approvare a mezzo del Parlamento i loro desideri, ma di nuovo tutti i loro progetti s’infransero per l’opposizione della regina. Dopo molte trattative finalmente i due Parlamenti si erano accordati su di una decisione per la severa osservanza del « sabato » ; ma la r. dna rifiutò la sua approvazione, e quindi la cosa non ebbe più torso. Un ulteriore progetto di riforma non pervenne neppure alla Camera dei Comuni per la discussione ; un altro giunse alla Camera dei Pari, ma per riguardo ad Elisabetta i Lord prudentemente non l’accettarono. Al lamento delle comunità contro i vescovi si fa-ero avanti Burghley e Whitgift e risposero sdegnosamente ai reclamanti i quali non osarono alcuna replica. Oltrecciò la regir. intimò allora ai componenti la Camera dei Comuni che non s’immischiassero di cose che non li riguardavano; nel discorso reale par il rinvio del Parlamento, Elisabetta dichiarò, che la riforma del clero era cosa sua. Nella piena persuasione della sua autorità .su la propria Chiesa essa nello stesso tempo comunicò ai vesco\ un pubblico avvertimento che li rimoverebbe, se essi non si interessassero del miglioramento delle condizioni.3 Nessun papa e nc-sun principe del secolo xvi aveva osato trattare i vescovi in simile maniera. Ad Elisabetta pareva di sentirsi all’apogeo della sua potenza. Essa dominava il mare, e nella sua Inghilterra era essa Ke più di un Carlo V, papa più di un Gregorio VII o di un Innocenzo IH. I vescovi dello Stato non movevano un dito senza di lei; gli orgogliosi Lord piegavano umili il capo dinnanzi ad essa ; ai Cattolici ì quali non volevano piegarsi faceva essa troncare la testa; gl’inflessibili Puritani credeva essa, come sembra, di poterli fulminare con i suoi comandi e di poterli forse disprezzare come teste piccole e limitate. La grande mira di erigersi a sovrana illimitata nelle questioni terrene e spirituali sembrava raggiunta. Elisabetta si era accinta ad un’impresa gigantesca, allorché salendo al trono si era prefissa di ricostruire sulla base del protestantesimo l’unità religiosa dell’Inghilterra, in gran parte anco a 1 Frebe 229 s. 2 Ibid. 234. s Ibid. 230-233.