279 Non per effetto miracoloso si verificò questa improvvisa apparsa, ma per metodico lavoro in stretto rapporto con il movimento rinnovatore della vita. È certo che la situazione era mutata non per arbitrio e per capriccio. Al tempo del duca Orso lo statuto ecclesiastico lagunare, attribuito al patriarca Elia, era pienamente attuato, con la definizione deH’autorità metropolitana di Grado nei limiti delle terre ducali (1) e con l’assetto di cinque episcopati suffra-ganei, tra i quali era ripartito il governo ecclesiastico del territorio: Equilo, Caorle, Malamocco, Torcello, Cittanova, o nuovamente eretti o per ricognizione dello stato di fatto (Torcello), oltre quello di Olivolo (2). Il criterio di distribuzione topografica, salvo forse per Torcello (3), era suggerito meno da precedenti dimore degli esuli, e, se mai, per riminiscenza ideale, quanto dalla notorietà e dallo sviluppo dei singoli centri. La loro importanza, o morale o materiale, non era stata del tutto annullata dalle vicende fortunose subite nel tempo, dal movimento urbanistico svolto intorno a Rialto e dal prepotere politico esercitato da questa sede. Anzi il frazionamento giurisdizionale ecclesiastico, presupposto dalla riforma, rappresentava un opportuno correttivo decentratore all’eccessiva congestione real-tina, per ristabilire un elastico equilibrio. Restano ignoti la procedura, i motivi specifici, l’istante, che promossero i nuovi titoli. La tradizione posteriore, interessata ad (1) Cfr. la lettera di papa Giovanni Vili al duca Orso del 1 dicembre 876 : et eundem Petrum venerabilem Domini sacerdotem imilandum tribuere ; qui, cum metropolitanus essai, nullis comitantibus secum episcopis (Mon-ticolo, I manoscritti cit., p. 321 ; M. G. H., VII, p. 16, n. 18). E nella lettera ai vescovi di Equilo e Caorle del 27 maggio 877 : quidquid inter fratrem et eoe-piscopum nostrum, Petrum videlicej, metropolitanum vestrum, et predictos (cioè marine V eneti e antistites, ivi, p. 325 e M. G. H., Epist., VII, p. 53, n. 58) controversia vertitur (Monticolo, p. 327). Ma con miglior specificazione nella lettera a Delto del 1 dicembre 876 : cognitum facimus quia Petrus rene-rentissim us Venetiarum metropoleos antistes, multis suffraganeorum suor um gravatus molestiis ecc. (Monticolo, p. 318 ; M. G. H., Vili, p. 24, n. 26). (2) Cfr. le lettere di papa Giovanni Vili, in Monticolo, 1 manoscritti cit., p. 317 sgg. ; M. G. H., Epist., VII, pp. 14-18, n. 17, 18, 19, 20, 21 ; p. 24, n. 26 ; pp. 52-56, n. 57, 58, 59, 60, 62. (3) Ora soltanto figura con il titolo di episcopus Torcellensis (Monticolo, p. 324 ; M. G. H., Epist., VII, 18, n. 20). Cfr. Cessi, La crisi cit., p. 846 sgg.