884 Appendice. de lui, altri per la dignità del grado, per necessità et importunità loro più che per altro, servando sempre un medesmo tenore di vita esemplare, così per quello che tocca all’una come all’altra sorte di vita sua, largo et pallente nelle audience et benigno nelle risposte, benché non facile a conceder le gratie che gli sono domandate, et più tosto parco che altrimente in ogni sorte di spesa fuor che nelle elemosine et soveu-tioni de luoghi pii et maritar vergini, tanto nobili quanto povere, in che a proportione è larghissimo. Secreto tanto che pochissimi sono quelli che partecipano de pensieri et secreti suoi et levatone Morone, Altemps et Como et sigr Giacomo et in alcune cose Marlruzzo, non si può dire che conferisca et se allarghi con altri, se non in (pianto babbi £t trattar con loro secondo i carichi che hanno, ha però in molto rispetto Farnese et Savello et fa molto conto di Sei-moneta, Sforza, Este, Orsino et Urbino, ama teneramente il sig’ Giacomo, ma con misura tale che l’amore cede al debito, all’honore, alla gloria et buona fama d’un Papa, a quale pare che egli indirizzi tutte le sue attioni, saldo tanto nelle risolutioni che si ha come per impossibile rimoverlo o spuntarlo a conceder gratia negata. Sano et di robusta complessione, et die può, come egli stesso spera, passarsene molti giorni inanzi, et sibene in cardinalato et d'altro tempo fu tenuto ch'egli liavesse più del Francese clie d’altro, et che l’animo suo inclinasse molto a quella natione, nondimeno riposando oggi la sranma delle cose della cliristianità principalmente su la grandezza, forza et bontà del Kè cattolico, si vede che è rivolto •coi pensieri a Spagna più che altrove, conservando però il suo luogo all’imperatore, a Francia et a tutti gli altri prencipi, i quali come ho detto stima grandemente et agrafia volentieri in tutto quello che può. Che egli sia Bolognese et di honesta famiglia et di età di 77 anni et venuto al pontificato quasi per tutti i gradi della corte, ognuno lo sa, et del molto che ci fosse da dirne di più da chi non havesse ad uscir di un sommario breve come sarà questo, tanto basterà haver detto. Dei due nepoti cardinali S. Sisto et Guastavillano, il primo è offitioso et ardente capo della Consulta sopra i negotii dello stato temporale ecclesiastico, il secondo della medesma Consulta assai più rimesso et quieto, et levatone il loro carico et l’haver una volta al giorno sopra esso a trattare con S Stà, non si ingeriscono in molto altro, non gli dando ne anco S. Bne autorità più che tanto et passando tra loro stessi, et tra loro et il sigr Giacomo, il quale è di molto spirito, poco buona intelligenza, si vuole che questa discordanza liabbi in più attioni tenuto alle volte sospeso il Papa et in particolare in quella della promotione non concordando nei sogetti, et volendo l'uno quello che non1 voglia l’altro, oltre che sia persuaso il sigr Giacomo che a lui non metta a conto col seguito di creature promosse far grandi S. Sisto et Guastavillano, poiché i cardinali creati hanno più occasione di gratificare et servire a cardinali nepoti de Papi che a qual si voglia parente laico che resti per stretto che sia; con Guastavillano discorda però manco che con S. Sisto, con tutto ciò nella promotion passata tra il sig1 Giacomo portati Riario