Vani tentativi di cristianizzare la Cina. 731 •ostile agli stranieri, erano state spente. Ogni traccia della missione dei Francescani (fra i quali si era particolarmente distinto il padre Giovanni da Montecorvino, da Clemente V nominato arcivescovo d Kambaluk [Pekino] nel secolo xv) nella completa chiusura della ( ina era andata perduta. Il primo, che nella sua illimitata carità si occupò di nuovo del più grande e più distinto impero del-l’Oriente, fu l’apostolo delle Indie, Francesco Saverio. Deciso di ¡l imolare la sua vita per la grande opera, quest’eroico uomo nel 1552 aveva nella solitaria isola Sanchoan, di fronte alla terra bramata, spirato la sua nobile anima.1 Ma il suo spirito di sacrificio opravvisse nei confratelli del suo ordine. Durante i prossimi trent’anni questi con meravigliosa tenacia fecero tentativo su tenta-t o per penetrare nella Cina severamente chiusa, purtroppo senza altro risultato, se non che essi, dopo breve dimora, dovettero di nuovo evacuare. Così, nel suo viaggio al Giappone, il provinciale delle Indie, Melchiorre Nunez Barreto, nell’estate 1555 ben due volte pervenne a Kanton, capitale della provincia Kwangtung, però egli non potè restarvi più a lungo di quattro settimane. Al cdomenicano Gaspare de Cruz l’anno seguente non riuscì affatto meglio. Il gesuita Francesco Perez, che nel 1565 pervenne con Mercanti portoghesi a Kanton, chiese invano al mandarino della città il permesso di restarvi. Un tentativo intrapreso nel 1568, unicamente di propria iniziativa dal gesuita Giambattista Ribera di penetrare in Cina, andò a vuoto ugualmente, come sette anni più tardi il viaggio di missione di Cristoforo da Costa.2 Al tempo di Gregorio XIII altri religiosi divisarono di ottenere quello che ai Gesuiti non era riuscito. Nel 1575 partirono dalle Filippine per la Cina due Agostiniani; nel 1579 tre Francescani n>agnuoli ed uno italiano, ugualmente dalle Filippine, ma tanto i;ii uni che gli altri dovettero presto lasciare quella terra.3 Un cambiamento in meglio avvenne solo, quando prese in mano 1 impresa il geniale gesuita Alessandro Valignani. Che l’acuto generale dell’Ordine, Everardo Mercuriano, abbia veduto in lui ¡’uomo adatto per dare alle missioni in Oriente un nuovo slancio, si vide non solo in Giappone.4 Modestamente Valignani aveva 1 Cfr. la nostra narrazione voi. VI, 218. 2 Cfr. Baktoli, Cina I, c, 145 e 148; Bruckeb, il. Ricci negli Études CXXIV (1910), 189 s. 3 Vedi J. Goucalez de Mendoqa, Historia de las cosas notables, ritos u costumbres del gran Regno de la China, Madrid 1850. Cfr. Mabceli.ino da Ci-'f-ZZA, Saggio di bibliografia Sanfrancescana 453 s. ; Orbis Seraph. II, 786 s. ; ¿a Palestina e le rimanenti Missioni Francescane in tutta la terra. Cronaca compilata dai padri Marcellino da Civezza e Teofilo Domvnichelli in varie lingue Roma 1890, 56 s., 120 s„ 182 s„ 248 s., 312 s., 374 s„ 495. Ibid. 401 s. la relazione di Fr. Paulus a Jesu a Gregorio XIII. * Vedi sopra p. 724.