778 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 12. Con maggiore sfacciataggine i banditi sollevarono ora ovunque il loro capo. Lo svizzero Sebastiano Werro, che il 27 maggio 1581 si recava da Roma a Loreto, aveva appena fatto un giorno di viaggio, che tosto fu colmo del più gran timore per le crudeltà dei banditi, dei quali a lui si facevan racconti nelle trattorie lungo la via; a Foligno egli incontrò la guarnigione di là, la quale ritornava da una spedizione contro i banditi.1 Alla fine di maggio del 1581 giungeva in Roma la notizia, che il temuto Alfonso Piccolomini minacciava le Marche. In Montal-boddo presso Sinigaglia questo mostro fece sgozzare i suoi avversari alla presenza delle loro madri e delle loro mogli, mentre il suo seguito eseguiva danze e cantava schifose canzoni.2 Le truppe inviate dal papa contro Piccolomini, sotto il comando di Latino Orsini si rifiutarono di combattere contro i banditi, si dovette reclutarle forestiere.3 Ma il precipuo motivo per cui non si poteva ottenere nulla di serio stava in ciò che Piccolomini possedeva in Gubbio e Piti-gliano sicuri rifugi. Di là egli faceva le sue scorrerie nello Stato Pontificio, dove si univano a lui dei nobili malcontenti. Piccolo-mini si era lasciato crescere barba e capelli. Egli si dava l’apparenza come se non avesse altro di mira che i suoi nemici, fra i quali egli contava prima di tutti quelli incaricati da Gregorio XIII della difesa dello Stato, Latino Orsini e Giacomo Boncom-pagni. I servigi a lui prestati dai privati venivano signorilmente pagati ; al principio di luglio egli devastò un mulino costruito da Latino Orsini presso Corneto, del valore di 6000 scudi. Nell’ultima settimana di luglio egli minacciò la cave di allume della Tolfa, al principio di agosto egli con 200 uomini bene armati rese malsicuri i dintorni fra Ponte Molle e Prima Porta. Il papa prese in Roma speciali provvedimenti di sicurezza.4 Egli era tanto più atterrito, in quanto un attacco in Vaticano sotto pretesto deH’azione contro i feudatari minacciava la sua persona di una sorpresa. Il contorno di Gregorio fece perciò raddoppiare le sentinelle e nella notte far la ronda in Belvedere; alle porte della città ciascuno, uscendo o entrando, veniva fermato per la Vaticana, le * lettere di Odescalchi del 13 e 20 maggio 1581, A r c h i ^ >0 G o n z a ga in Mantova, e le relazioni di Sporeno del 6 e 13 maggio 158 Archivio della luogotenenza in Innsbruck. La tomba di Sforza cen la sua immagine in iS. Maria Maggiore ; v. Foroeixa XI, 42. . 1 Vedi 1'* « Itinerario Hierosolymitanum Seb. Verronis », ms. della Bit’ 11 teca dell’Università di Friburgo, in Schw. 2 Vedi Maffei II, 212; Grottanelt.i, A. Piccolomini 45 s., 53. In Bank . Päpste is, 282 il nome del luogo è stato cangiato in Monte-abboddo. 3 Questo interessante particolare lo comunica Bernerio nella sua * relaz» del 3 giugno 1581, Archivio di Stato in Vienna. * Vedi la relazione di L. Donato in Mutinelli I, 127 s.