sostegno della riforma cattolica in Francia per opera del papa. 391 11 nunzio pontifìcio potè al contrario dare la prova ad Enrico III che i leghisti avevano affermato troppo più del reale.1 I Guise e i loro compagni non avevano ottenuto da Roma altro che parole incoraggianti per un’azione energica contro i novatori. Che Gregorio XIII sino alla sua morte si fosse mantenuto nel suo prudente ritegno, lo attestano non solo lo storico Davila,2 ma anche lo stesso cardinale segretario di Stato Galli3 e Sisto V, particolarmente attendibile, come critico severo del suo predecessore.4 3. Se la Santa Sede osservava grande prudenza di fronte alle mire politiche dei Cattolici francesi, d’altra parte appoggiava senza alcun riguardo e con tanto più zelo tutti gli sforzi puramente religiosi, che potessero servire a risollevare e fortificare la Chiesa cattolica nel regno di Enrico III. Rispose intieramente al modo di vedere di Gregorio XIII se un confidente di Pio Y, Giovanni Antonio Facchinetti, immediatamente dopo la notte di S. Bartolomeo espresse il pensiero, che la forza sola non poteva bastare per porre fine all’eresia in Francia. Sopratutto sarebbero necessari ottimi vescovi, i quali adempiano al dovere della residenza e riconducano alla Chiesa colla istruzione e coll’esempio gli Ugonotti ancora numerosi. Se il re di Francia si decidesse a fare un buon uso dei diritti accordatigli dal concordato, e le sedi vescovili ed abbaziali venissero occupate di nuovo da uomini coscienziosi ed attaccati alla Chiesa, allora ben presto e facilmente migliorerebbero le condizioni della Francia. Io parlo dapprima, così aggiunge il Facchinetti, solo dei vescovadi ed abbazie mentre delle altre riforme è vano ancora parlare, giacché vi si opporrebbero molti fra i cattolici stessi.5 Qui si ac- Ri ni rigo de Castro, ricevesse nel 1585 « solo ed in una forma eccezionale il ‘"‘¡M'olio cardinalizio». Di fatto la nomina di Castro era avvenuta nel 1583 assieme a 18 altri prelati ; v. sopra pag. 166 s. 1 Vedi le * relazioni di Ragazzoni del 9 e 29 aprile 1585 in L’épinois 14. 2 Dato,a II (1T57) 123. Vedi le * Memorie di Galli (Archivio Boncompagni in Roma), Appendice n. 71-75. iCIfr. anche Raulioh, Storia di Carlo Emanuele I di Savoia, 1 orino 1898, 236. D’opinione esposta da Ranke (Pdpste l8, 278) che «Da lega di Francia che fu tanto pericolosa ad Enrico III e IV, ha la sua origine nella relazione di questo papa con il Guise », dopo la narrazione del Ranke nella sua Franzòs. Gesch. D, 402, è diventata insostenibile ; ciononostante è ancora restata in tutte le successive edizioni della sua Storia dei Papi! 4 Vedi Desjardins V, 118. 5 Vedi in App. n. 5-6 la «relazione di Facchinetti del 6 settembre 1572. Egli di nuovo si esprime ugualmente nella sua * relazione del 13 settembre 1572, Xunziat. di Venezia XII, 86, Archivio segreto pontificio.