Documenti inediti e comunicazioni d'archivi. N. 71-75. 901 gorio XIII: «Fu huomo di sodo e prudente giudicio et d’una constante et perpetua bontà jn tutte le sue attioni et abborrente da certi artificii che procedono de la sagacità et astutia ordinaria degli huomini ». Sul sistema di vita di Gregorio, Galli osserva: «Non si sa che liavesse altro diletto maggiore che d’attendere a negotii. Dispensava il suo tempo benissimo stando in perpetua attione. La mattina ricitato l’officio divino in camera usciva a la messa, la quale celebrava per se stesso alinea 2 o 3 volte la settimana. Di poi secondo le giornate attendeva alle capelle, consistorii et signature senza lasciarne mai altro che una ca-pella sola in 13 anni. Il resto del tempo consumava in audienze dandole gratissimamente, perchè non interrompeva mai quel che parlava, et ne dava molte, perchè con le sue brevi risposte consumava poco tempo con ciascuno ». Egli spendeva solo una mezz’ora per il pranzo, un quarto per la cena « essendo parcissimo del mangiare et bere, senza voler trattenimento di musica ne di buffoni et ciarlatori ». Con speciale particolarità parla Galli dell’opera politico-ecclesiastica di Gregorio XIII. La forma della sua relazione su le lotte con Filippo li p. 18 s., mostra quanto sia errata l’opinione, che Galli sia stato il servo rispettoso del re spagnuolo. Galli è qui assolutamente dalla parte del papa, ugualmente nel trattare della vertenza su Aqui-leia con Venezia, della quale egli osserva, che in qnesta cosa non si venne ad mi accordo : « Fu lassato indeciso, ma pero con un perpetuo timore de la Eepublica, che il Pontefice dovesse procedere ad ulteriora contra la República, se ben S. Stà per non sturbar la quiete publica d’Italia s’astenne sempre di farlo». Spigolando dai suoi ricordi, riferisce Galli: «Molte volte avenne che i cardinali de li congregationi, quando in concistoro referivano alcuni loro decreti et risolutioni fondate ne le legge et autorità de dottori, esso [il Papa] a l’improviso ricordava loro altre più a proposito et di maggior peso, di che essi rimanevano stupiti non meno che de la memoria che del giudicio». Più particolarmente tratta Galli delle benemerenze di Gregorio XIII per la istituzione di collegi (v. sopra p. 171 s.) la sua premura per i pellegrini nell’anno giubilare, della sua relazione con i cardinali, della sua preferenza per i Gesuiti (v. sopra p. 169 ss.), della sua pietà e generosità (sopra p. 37). Ciò che riguarda i sussidi in denaro ai principi, le informazioni di Galli si distaccano da quelle di Musotti. Secondo Galli, Massimiliano II ed Enrico III ebbero ciascuno 100,000 scudi; l'arciduca Carlo 40,000, Ernesto di Baviera contro Gebardo Truchsess più di 120,000. Musotti al contrario ammette « al Eè di Franza più di 300,000 scudi, all’imperatore 100,000, all’arciduca Carlo 100,000, all’impresa di Colonia più di 200,000 al sig. D. Giovanni d’Austria 50,000». Queste informazioni devono venir preferite a quelle di Galli. Nel parlare delle costruzioni, Galli così descrive la «Cappella Gregoriana » : Questa capella per la quantità, varietà et finezza di diversi marmi et colonne pretiose et per li lavori sottilissimi di mosaico è sti-